Confederazione Generale
Italiana dei Trasporti e della Logistica
00198 Roma - via Panama
62 - tel. 06/8559151 - fax 06/8415576
e-mail: confetra@tin.it
- http://www.confetra.com
|
Roma, 21 dicembre 2001
Circolare n.187/2001
Oggetto: Attività Confederale
– Interventi sul Governo in materia di crisi del traffico aereo, riforma della
previdenza, politica dei valichi alpini.
Si riportano di seguito i recenti interventi del Presidente Gatti nei
confronti dei Ministri competenti:
·
per chiedere ammortizzatori
sociali a favore del personale dipendente di imprese penalizzate dalla crisi
del trasporto aereo;
·
per segnalare l’anomalia del Fasc
nell’ambito della riforma della previdenza complementare;
·
per proporre l’organizzazione di
una “Conferenza dei Valichi” nella quale elaborare una strategia di
Governo a tutela degli interessi nazionali sul delicato tema dei valichi
alpini.
f.to
dr. Piero M. Luzzati |
Allegati tre |
|
L/n |
|
|
© CONFETRA – La riproduzione totale o parziale è
consentita esclusivamente alle organizzazioni aderenti alla Confetra. |
Lettera del Presidente Aldo Gatti al Ministro del Lavoro,
Salute e Politiche Sociali, on. Roberto Maroni, e al Ministro delle Infrastrutture
e dei Trasporti, ing. Pietro Lunardi.
Roma, 22 novembre 2001
Oggetto: Ammortizzatori sociali.
La crisi del
trasporto aereo a seguito dei tragici avvenimenti dell’11 settembre sta
provocando un notevole calo di attività alle imprese di spedizione merci per
via aerea, la cui attività è strettamente collegata a quella delle compagnie
aeree assicurando il legame tra queste e la clientela. Si tratta di circa
centocinquanta aziende, facenti capo a livello associativo alla confederata
Anama (Associazione Nazionale Agenti Merci Aeree), che vedono a rischio i
propri livelli occupazionali senza peraltro disporre di ammortizzatori sociali.
Ciò stante si chiede che, nell’ambito delle misure
allo studio per le compagnie aeree, venga disposta nei confronti delle imprese
in questione l’applicazione transitoria di una forma di cassa integrazione
speciale pari alla CIGS. così come è già avvenuto in passato per altre
categorie ugualmente non dotate di ammortizzatori sociali. Al riguardo si fa
osservare che le imprese di spedizione merci per via aerea sono facilmente
individuabili, essendo tutte registrate con un apposito codice numerico presso
la IATA (International Air Transport Association), associazione mondiale di
categoria delle compagnie aeree.
Nel restare a disposizione per qualsiasi utile
approfondimento si porgono distinti saluti.
Cordiali saluti
f.to
Aldo Gatti
Lettera del Presidente Aldo Gatti all’on.
Roberto Maroni, Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali e al dr. Gianni Letta, Sottosegretario Presidenza
del Consiglio dei Ministri
Roma, 20 dicembre
2001
Egregi Signori,
faccio seguito al mio intervento di ieri sera a
Palazzo Chigi per meglio precisarLe i termini della questione.
Il FASC (Fondo di
Previdenza dipendenti Agenzie Marittime Imprese di Spedizione Corrieri),
costituito nel 1933, è stato in seguito disciplinato con varie leggi e da
ultimo dal decreto legislativo 509/94, configurandosi come uno dei primi ed
oggi storici“fondi integrativi” che non hanno mai pesato a carico dello stato .
Attualmente vi sono
iscritti circa 40.000 dipendenti; ha un patrimonio consolidato di circa 700
miliardi e, grazie al sistema della capitalizzazione, gode di buona salute
erogando previdenza complementare senza oneri a carico della “fiscalità generale”.
Le prestazioni sono finanziate con contributi pari al 5% delle retribuzioni, di
cui il 2,5% a carico del lavoratore e il 2,5 a carico delle imprese. Il sistema
di previdenza complementare gestito dal FASC esula dalla disciplina generale
del decreto legislativo 124/93, poiché è obbligatorio per legge ed è
alimentato senza toccare il TFR.
In base al
provvedimento da Lei illustrato, se fosse applicato erga omnes, anche le nostre
aziende sarebbero obbligate a destinare
a forme di previdenza integrativa l’intero ammontare del TFR futuro.
È peraltro evidente che
sarebbe inaccettabile per il nostro settore subire obbligatoriamente una
duplice contribuzione per costituire due distinte forme di previdenza
integrativa a favore dei dipendenti, una mediante un contributo del 2,5% e una
mediante il versamento del TFR.
Le
soluzioni possibili non possono che essere due: o si esonera il nostro settore
dalla nuova disciplina di utilizzo del TFR ai fini previdenziali, ovvero si
dispone che il TFR del nostro settore debba necessariamente essere versato al
FASC, con contestuale cessazione dell’attuale contribuzione.
Del resto non si può immaginare di introdurre una
riforma così drastica del regime del TFR e della previdenza integrativa, senza
tener conto delle realtà esistenti, con la loro storia e la loro specificità.
In attesa di un Suo cortese cenno di riscontro, Le
confermo la disponibilità mia personale e della struttura Confetra per ogni
utile approfondimento; con l’occasione Le formulo i migliori auguri per le prossime
festività
f.to Aldo Gatti
Lettera del Presidente Aldo Gatti all’ing. Pietro Lunardi,
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, all’amb. Renato Ruggiero,
Ministro degli Affari Esteri, e all’on. prof. Rocco Buttiglione, Ministro per
il Coordinamento delle Politiche Comunitarie.
Roma, 21 dicembre 2001
Egregi Ministri,
il 60 per cento del nostro commercio internazionale transita attraverso
le Alpi e più precisamente il 50 per cento attraverso quattro valichi stradali
(Bianco, Frejus, Gottardo e Brennero). Di essi:
·
il Bianco è chiuso da quasi 3 anni e solo i
francesi sanno quando riaprirà pur essendo stato da tempo completamente
rinnovato con cospicui investimenti italiani;
·
sul Frejus (che ha assorbito speriamo
provvisoriamente il traffico del Bianco) pende la decisione francese di
istituire sensi unici alternati;
·
al Gottardo gli svizzeri hanno istituito da ieri
sensi unici alternati;
·
il Brennero è contingentato dagli austriaci
mediante il sistema degli ecopunti.
·
Il danno per l’economia nazionale è incalcolabile.
Il subire da
parte dell’Italia, sia il rinvio voluto dai francesi a data da destinarsi
dell’apertura del tunnel del Bianco, sia le pretese austriache di prorogare
oltre il 2002 il sistema degli ecopunti non è più accentabile da parte del
nostro Governo in una strategia dei valichi alpini che deve essere ritenuta essenziale per la nostra politica estera.
In questo
contesto, il mancato avvio di costruzione di nuovi tunnel (stradali o ferroviari),
il mancato ampliamento dei valichi stradali, la Convenzione delle Alpi
sottoscritta dal passato Governo rischiano di precipitare il sistema produttivo
italiano ed i suoi flussi di esportazioni verso una crisi irreversibile.
In mancanza di una strategia politica di lungo
respiro sul delicatissimo tema dei valichi alpini, vanno sicuramente apprezzate
le capacità negoziali e la grinta dei nostri Ministri ai tavoli internazionali,
ma sono performances isolate, non supportate da una posizione collegiale del
Governo, e quindi destinate a soccombere.
La Confetra invita dunque il Governo ad assumere
come priorità il problema dei valichi alpini e di indire a questo fine una Conferenza
dei Valichi alla quale, oltre i rappresentanti dei Governi Francese,
Svizzero ed Austriaco, dovrebbero essere invitati gli attori dei flussi e dei
nodi di traffico, affinché si definisca su questo tema una strategia
complessiva di politica estera, da far valere coerentemente in tutte le sedi
per la migliore tutela degli interessi nazionali.
Confermo la disponibilità della Confetra ad una
piena collaborazione per sviluppare e programmare questa iniziativa nel più
breve tempo possibile.
In attesa di un cortese cenno di riscontro, colgo
l’occasione per formulare i migliori auguri per le prossime festività.
Cordiali saluti
f.to Aldo
Gatti