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Roma, 21 dicembre 2001

 

Circolare n.187/2001

 

Oggetto: Attività Confederale – Interventi sul Governo in materia di crisi del traffico aereo, riforma della previdenza, politica dei valichi alpini.

 

Si riportano di seguito i recenti interventi del Presidente Gatti nei confronti dei Ministri competenti:

 

·          per chiedere ammortizzatori sociali a favore del personale dipendente di imprese penalizzate dalla crisi del trasporto aereo;

 

·          per segnalare l’anomalia del Fasc nell’ambito della riforma della previdenza complementare;

 

·          per proporre l’organizzazione di una “Conferenza dei Valichi” nella quale elaborare una strategia di Governo a tutela degli interessi nazionali sul delicato tema dei valichi alpini.

 

 

 

f.to dr. Piero M. Luzzati

Allegati tre

 

L/n

 

 

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Lettera del Presidente Aldo Gatti al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, on. Roberto Maroni, e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ing. Pietro Lunardi.

 

Roma, 22 novembre 2001

 

Oggetto: Ammortizzatori sociali.

 

                La crisi del trasporto aereo a seguito dei tragici avvenimenti dell’11 settembre sta provocando un notevole calo di attività alle imprese di spedizione merci per via aerea, la cui attività è strettamente collegata a quella delle compagnie aeree assicurando il legame tra queste e la clientela. Si tratta di circa centocinquanta aziende, facenti capo a livello associativo alla confederata Anama (Associazione Nazionale Agenti Merci Aeree), che vedono a rischio i propri livelli occupazionali senza peraltro disporre di ammortizzatori sociali.

Ciò stante si chiede che, nell’ambito delle misure allo studio per le compagnie aeree, venga disposta nei confronti delle imprese in questione l’applicazione transitoria di una forma di cassa integrazione speciale pari alla CIGS. così come è già avvenuto in passato per altre categorie ugualmente non dotate di ammortizzatori sociali. Al riguardo si fa osservare che le imprese di spedizione merci per via aerea sono facilmente individuabili, essendo tutte registrate con un apposito codice numerico presso la IATA (International Air Transport Association), associazione mondiale di categoria delle compagnie aeree.

Nel restare a disposizione per qualsiasi utile approfondimento si porgono distinti saluti.

Cordiali saluti

 

                                                                              f.to Aldo Gatti

 

 

Lettera del Presidente Aldo Gatti all’on. Roberto Maroni, Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali e al dr. Gianni Letta, Sottosegretario Presidenza del Consiglio dei Ministri

 

Roma, 20 dicembre 2001

 

Egregi Signori,

faccio seguito al mio intervento di ieri sera a Palazzo Chigi per meglio precisarLe i termini della questione.

Il FASC (Fondo di Previdenza dipendenti Agenzie Marittime Imprese di Spedizione Corrieri), costituito nel 1933, è stato in seguito disciplinato con varie leggi e da ultimo dal decreto legislativo 509/94, configurandosi come uno dei primi ed oggi storici“fondi integrativi” che non hanno mai pesato a carico dello stato .

Attualmente vi sono iscritti circa 40.000 dipendenti; ha un patrimonio consolidato di circa 700 miliardi e, grazie al sistema della capitalizzazione, gode di buona salute erogando previdenza complementare senza oneri a carico della “fiscalità generale”. Le prestazioni sono finanziate con contributi pari al 5% delle retribuzioni, di cui il 2,5% a carico del lavoratore e il 2,5 a carico delle imprese. Il sistema di previdenza complementare gestito dal FASC esula dalla disciplina generale del decreto legislativo 124/93, poiché è obbligatorio per legge ed è alimentato senza toccare il TFR.

In base al provvedimento da Lei illustrato, se fosse applicato erga omnes, anche le nostre aziende sarebbero  obbligate a destinare a forme di previdenza integrativa l’intero ammontare del TFR futuro.

È peraltro evidente che sarebbe inaccettabile per il nostro settore subire obbligatoriamente una duplice contribuzione per costituire due distinte forme di previdenza integrativa a favore dei dipendenti, una mediante un contributo del 2,5% e una mediante il versamento del TFR.

                               Le soluzioni possibili non possono che essere due: o si esonera il nostro settore dalla nuova disciplina di utilizzo del TFR ai fini previdenziali, ovvero si dispone che il TFR del nostro settore debba necessariamente essere versato al FASC, con contestuale cessazione dell’attuale contribuzione.

Del resto non si può immaginare di introdurre una riforma così drastica del regime del TFR e della previdenza integrativa, senza tener conto delle realtà esistenti, con la loro storia e la loro specificità.

In attesa di un Suo cortese cenno di riscontro, Le confermo la disponibilità mia personale e della struttura Confetra per ogni utile approfondimento; con l’occasione Le formulo i migliori auguri per le prossime festività

 

f.to Aldo Gatti

 

 

 

Lettera del Presidente Aldo Gatti all’ing. Pietro Lunardi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, all’amb. Renato Ruggiero, Ministro degli Affari Esteri, e all’on. prof. Rocco Buttiglione, Ministro per il Coordinamento delle Politiche Comunitarie.

 

Roma, 21 dicembre 2001

 

Egregi Ministri,

il 60 per cento del nostro commercio internazionale transita attraverso le Alpi e più precisamente il 50 per cento attraverso quattro valichi stradali (Bianco, Frejus, Gottardo e Brennero). Di essi:

 

·          il Bianco è chiuso da quasi 3 anni e solo i francesi sanno quando riaprirà pur essendo stato da tempo completamente rinnovato con cospicui investimenti italiani;

 

·          sul Frejus (che ha assorbito speriamo provvisoriamente il traffico del Bianco) pende la decisione francese di istituire sensi unici alternati;

 

·          al Gottardo gli svizzeri hanno istituito da ieri sensi unici alternati;

 

·          il Brennero è contingentato dagli austriaci mediante il sistema degli ecopunti.

 

·          Il danno per l’economia nazionale è incalcolabile.

 

                Il subire da parte dell’Italia, sia il rinvio voluto dai francesi a data da destinarsi dell’apertura del tunnel del Bianco, sia le pretese austriache di prorogare oltre il 2002 il sistema degli ecopunti non è più accentabile da parte del nostro Governo in una strategia dei valichi alpini  che deve essere ritenuta essenziale per la nostra politica estera.

                In questo contesto, il mancato avvio di costruzione di nuovi tunnel (stradali o ferroviari), il mancato ampliamento dei valichi stradali, la Convenzione delle Alpi sottoscritta dal passato Governo rischiano di precipitare il sistema produttivo italiano ed i suoi flussi di esportazioni verso una crisi irreversibile.

In mancanza di una strategia politica di lungo respiro sul delicatissimo tema dei valichi alpini, vanno sicuramente apprezzate le capacità negoziali e la grinta dei nostri Ministri ai tavoli internazionali, ma sono performances isolate, non supportate da una posizione collegiale del Governo, e quindi destinate a soccombere.

La Confetra invita dunque il Governo ad assumere come priorità il problema dei valichi alpini e di indire a questo fine una Conferenza dei Valichi alla quale, oltre i rappresentanti dei Governi Francese, Svizzero ed Austriaco, dovrebbero essere invitati gli attori dei flussi e dei nodi di traffico, affinché si definisca su questo tema una strategia complessiva di politica estera, da far valere coerentemente in tutte le sedi per la migliore tutela degli interessi nazionali.

Confermo la disponibilità della Confetra ad una piena collaborazione per sviluppare e programmare questa iniziativa nel più breve tempo possibile.

In attesa di un cortese cenno di riscontro, colgo l’occasione per formulare i migliori auguri per le prossime festività.

 

Cordiali saluti

 

f.to Aldo Gatti