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Roma, 28 gennaio 2002

 

Circolare n.21/2002

 

Oggetto: Tributi – Detassazione degli utili reinvestiti – Circolare dell’Agenzia delle Entrate n.4/E del 18.1.2002.

 

 

La circolare indicata in oggetto riunisce le risposte fornite dall’Agenzia delle Entrate in occasione della videoconferenza del dicembre scorso sulla legge Tremonti-bis (articoli 4 e 5 legge 383/2001) che ha reintrodotto la detassazione degli utili reinvestiti, limitatamente ai periodi d’imposta 2001 e 2002. Com’è noto, quel regime fiscale consente l’esclusione dall’imponibile di un valore pari al 50 per cento della differenza tra l’ammontare degli investimenti effettuati nell’annualità agevolata e la media degli investimenti dell’ultimo quinquennio, al netto dei disinvestimenti. Il beneficio è esteso alle spese per la formazione del personale.

 

Si evidenziano si seguito alcune questioni affrontate nella circolare ministeriale.

 

Soggetti beneficiari – E’ stato precisato che anche le imprese minori che adottano il regime della contabilità semplificata (per le attività di servizi, imprese con ricavi annui fino a 310 mila euro) possono usufruire della detassazione degli utili reinvestiti.

 

Investimenti – In merito alla definizione di investimenti, fermo restando il rinvio alle precedenti circolari relative alla prima Tremonti in vigore nel 1994, è stato ribadito che i beni usati non rientrano tra i beni agevolabili; peraltro la dismissione dei beni acquistati usati è rilevante ai fini del calcolo della detassazione; per i beni acquistati in leasing è stato chiarito che il momento rilevante per la determinazione del periodo di competenza dell’investimento è quello in cui il bene viene consegnato al locatario; è stato infine precisato che il costo delle aree edificabili è sempre escluso dai benefici di cui trattasi.

 

Spese di formazione – Com’è noto, la detassazione degli utili reinvestiti in spese per formazione del personale costituisce una novità rispetto alla prima Tremonti; la circolare in oggetto ha chiarito che l’incentivo si sostanzia nella detassazione del reddito per un valore pari al 50 per cento delle spese sostenute per la formazione, senza confronto con la media del quinquennio precedente (come avviene per gli investimenti in beni strumentali); oltre alle spese correnti (materiali, forniture), rientrano tra le spese di cui trattasi i costi per servizi di consulenza e per i docenti esterni, nonché le spese relative al personale interno impegnato nell’attività di formazione, in qualità di docente o di discente, nel limite del 20 per cento del costo riferibile ai giorni di effettiva partecipazione al corso di formazione.

 

Cumulo con altre agevolazioni – E’ stato ribadito che la Tremonti bis è un regime fiscale generale che non può considerarsi aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 87 del Trattato Ce; in quanto tale, il beneficio è cumulabile con le leggi di incentivazione agli investimenti nelle aree depresse, quali la legge 488/92 e la legge 341/95; è espressamente esclusa dalla legge, viceversa, la cumulabilità della Tremonti bis con il credito d’imposta per investimenti nelle aree depresse di cui all’articolo 8 della legge 388/2000; per quanto riguarda il coordinamento con la Superdit, la circolare chiarisce che è possibile applicare per l’anno 2001 la Superdit e per l’anno 2002 la Tremonti bis.

 

 

f.to dr. Piero M. Luzzati

Per riferimenti confronta circ.re conf.le n.161/2001

 

Allegato uno

 

D/d

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Agenzia delle Entrate

Direzione Centrale Normativa e Contenzioso

 

Circolare del 18/01/2002 n. 4

 

Oggetto:

Legge 18  ottobre  2001,  n.383,  recante  "Primi  interventi  per il rilancio

dell'economia" - Risposte  ai    quesiti    fornite    in   occasione    della

videoconferenza del 24 ottobre 2001.                                         

                                                                             

Testo:
N.B. in  data  21  gennaio  2002  e'  stato  corretto l'ultimo capoverso della

risposta alla  prima  domanda  del paragrafo 4. Disivestimenti da un refuso di

stampa che ne capolvogeva il senso.                                          

 I  N  D  I  C  E                                                            

                                                                              

      1. Soggetti                                                            

      2. Investimenti                                                        

      3. Novita'                                                              

      4. Disinvestimenti                                                     

      5. Calcolo della media                                                 

      6. Spese di formazione e aggiornamento del personale                   

         e spese per servizi di assistenza negli asili nido                  

      7. Cumulabilita'                                                       

      8. Applicazione dell'agevolazione da parte degli enti                  

         gestori di pubblici servizi                                         

      9. Coordinamento con altre agevolazioni fiscali                        

      10. Acconti                                                            

      11. Revoca                                                              

                                                                             

      DETASSAZIONE DEL REDDITO D'IMPRESA E DI LAVORO AUTONOMO REINVESTITO    

                                                                              

        1.    Soggetti                                                       

        D. Quando  il  soggetto sia una societa', e' sufficiente che sia stata

costituita entro  il  25  ottobre  2001  (se  di  capitali: anche iscritta nel

registro delle  imprese),  oppure  occorre che abbia posto in essere almeno un

atto prodromico  rispetto  all'esercizio  dell'attivita'  (predisposizione del

progetto industriale, affitto dei locali, ecc.)?                             

        R. Si  ritiene  che  sia  sufficiente la sola costituzione e non anche

il compimento di un atto prodromico rispetto all'esercizio dell'attivita'.   

                                                                             

        D.    Alla  data  di  entrata  in  vigore  della  legge  383/2001  una

societa' e'  in  liquidazione.  Qualora  revochi la liquidazione puo' accedere

al beneficio  della  detassazione o e' considerata soggetto non esistente alla

data di entrata in vigore della legge?                                        

        R. La  revoca  della  liquidazione determina l'eliminazione ab origine

di tutti  gli  effetti  determinati  dalla liquidazione medesima.  La societa'

pertanto e'  esistente  alla  data  di  entrata  in  vigore della legge e puo'

usufruire dei benefici in essa previsti.                                     

                                                                             

        D.    Si  e'  parlato  del  meccanismo  che  permette il riporto delle

perdite d'esercizio  agli  esercizi  futuri.  Si e', inoltre, parlato del solo

trattamento della  Tremonti-bis   per  coloro  che  si trovano in contabilita'

ordinaria.                                                                   

E per i soggetti in contabilita' semplificata?                               

        R.    Ai   fini   dell'applicazione   del   beneficio  previsto  dalla

Tremonti-bis non ha alcuna rilevanza il regime contabile adottato.           

        Si ricorda  che  i  soggetti  in contabilita' semplificata non possono

riportare le  eventuali  perdite  fiscali  agli esercizi successivi, come gia'

precisato al  paragrafo  2  della  circolare  del 17 ottobre 2001, n. 90/E, in

conseguenza delle  disposizioni  di cui all'articolo 8 del TUIR, approvato con

decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.            

                                                                             

       2. Investimenti                                                       

       D. La  circolare  ministeriale  n.  90/E  del  17.10.2001  prevede  che

l'importo dell'investimento   che  rileva  in  ciascun  periodo  agevolato  e'

commisurato all'ammontare  dei  corrispettivi  liquidati  in  base  allo stato

avanzamento lavori  indipendentemente  dalla  durata infrannuale o annuale del

contratto. Cosa  s'intende  per  liquidati? Si deve far riferimento al momento

in cui avviene il pagamento del corrispettivo?                               

       R. L'agevolazione  e'  riconosciuta  nella  misura  in cui il S.A.L. e'

liquidato in  via  definitiva,  vale  a  dire  quando lo stato avanzamento dei

lavori e'  accettato  dal  committente,  in  conformita'  a  quanto  stabilito

dall'articolo 1666 del Codice Civile.                                         

                                                                             

       D. Puo'  fruire  dell'agevolazione di cui all'articolo 4 un'impresa che

acquista un   bene/macchinario/impianto   usato  e  riattivato  o  ammodernato

dall'impresa cedente?                                                        

       R. La risposta e' negativa.                                           

       In generale,  la  disposizione  agevolativa  riguarda "la realizzazione

di nuovi   impianti",   oltre   che   "l'ampliamento,   la   riattivazione   e

l'ammodernamento di impianti esistenti".                                     

       Il termine  riattivazione  si riferisce agli interventi effettuati allo

scopo di   rimettere   in   funzione   impianti  in  disuso,  ovvero  che  non

partecipano al processo produttivo dell'impresa.                             

       L'ammodernamento di    un    impianto,   invece,   riguarda   specifici

interventi effettuati  su  impianti  gia'  inseriti  nel  ciclo  produttivo, i

quali, avendo  livelli  di  produttivita'  inferiori  ad  impianti analoghi di

nuova fabbricazione,  sono  adeguati  tecnicamente  a questi ultimi, evitando,

quindi, la sostituzione dell'impianto medesimo.                              

       Con riferimento   a   queste   tipologie  di  intervento,  al  fine  di

identificare le   fattispecie  agevolabili  in  capo  all'impresa  acquirente,

occorre distinguere le seguenti ipotesi:                                     

.    acquisto  di  un  impianto  usato: tale investimento, anche se effettuato

   dopo il  30  giugno  2001, non rientra fra quelli agevolabili perche' privo

   del carattere  della  novita'  (e'  indifferente  che  l'impresa cedente lo

   abbia precedentemente riattivato o ammodernato);                          

.    acquisto   di   un   impianto   usato,   poi   riattivato  o  ammodernato

   dall'acquirente: e'   agevolabile  solo  il  costo  della  riattivazione  o

   dell'ammodernamento, purche'    i   beni   costituenti   l'impianto   siano

   riattivati o ammodernati successivamente al 30 giugno;                    

.    acquisto  di  un  impianto  sul quale il cedente ha effettuato interventi

   di radicale   trasformazione:   in   questo  caso  il  bene  potra'  essere

   considerato nuovo  per  l'acquirente, e come tale agevolabile, a condizione

   che il  cedente  certifichi che l'impianto costituiva per lui un bene merce

   e che  i  costi  sostenuti  per  la radicale trasformazione sono prevalenti

   rispetto al costo originario del bene;                                    

.    acquisto  di  un  impianto  nuovo  da  un  soggetto  che  non  sia ne' il

   costruttore ne'   il   rivenditore:   per   fruire   dell'agevolazione   il

   cessionario dovra'  ricevere  dal  cedente  l'attestazione  che il bene non

   sia mai  stato  utilizzato  (o dato ad altri in uso) e che, di conseguenza,

   non siano mai state dedotte quote di ammortamento riferibili allo stesso. 

       In conclusione,  si  ribadisce  che - nell'ipotesi prospettata - non si

riscontrano i requisiti necessari per l'applicazione delle norme agevolative.

                                                                             

       D. Nella  circolare  n.  90/E  e' stato chiarito che il requisito della

novita' sussiste  anche  nel caso in cui l'acquisto del bene avvenga presso un

soggetto che  non  sia  ne' il produttore ne' il rivenditore, a condizione che

il bene stesso non sia mai stato utilizzato.                                 

       Tuttavia, si  aggiunge  subito dopo che "...... deve comunque trattarsi

di beni per i quali il venditore non abbia fruito di agevolazioni."          

       A quali tipi di agevolazione si vuole fare riferimento?               

       R. L'inciso    richiamato    nel    quesito   proposto   si   riferisce

all'agevolazione Tremonti-bis:  non  e'  consentito,  con  riferimento  ad uno

stesso bene,  applicare  due volte il beneficio fiscale, sia presso il cedente

che presso il cessionario.                                                    

       Quindi, se  il  cedente non ha fruito dell'agevolazione, il cessionario

del bene  nuovo  puo'  avvalersene  con  riferimento  al  costo  da lui stesso

sostenuto.                                                                    

                                                                             

        D. Si  chiede  di  conoscere  se  le  imprese  in liquidazione possono

beneficiare dell'agevolazione.                                               

        R. No.   L'agevolazione   prevista  dall'articolo  4  della  legge  18

ottobre 2001,  n.383,  riguarda esclusivamente l'acquisto di beni strumentali,

vale a  dire  beni utilizzati per lo svolgimento dell'attivita' d'impresa o di

lavoro autonomo.  Nell'ipotesi  di  cessazione  dell'attivita'  produttiva,  i

beni patrimoniali non possono fruire dell'agevolazione.                      

                                                                             

       D. L'art.  145,  comma  99,  della  L. 388/2000, ha inserito tra i beni

strumentali di  cui  all'art.  40,  comma  2,  con  effetto  dal  1/1/2001,  i

fabbricati concessi  in  uso  ai  dipendenti  che  abbiano  trasferito la loro

residenza anagrafica,  per  esigenze  di  lavoro,  nel  comune in cui prestano

l'attivita'.                                                                 

       Si chiede  se  il  fatto  che  tali  beni siano considerati strumentali

possa farli  rientrare  tra i beni agevolabili ed inoltre, in caso di risposta

affermativa, come  debba  essere  applicata  la  disposizione  antielusiva  al

termine dei tre periodi d'imposta in cui il bene e' considerato strumentale. 

       R. La   risposta   e'   negativa.  Tali  fabbricati,  se  pur  definiti

strumentali dalla   legge  citata,  non  lo  sono  comunque  per  natura  come

richiesto esplicitamente dalla Tremonti-bis per fruire dell'agevolazione.    

                                                                             

       D. Le   imprese  che  hanno  per  oggetto  esclusivo  o  principale  la

costruzione di   immobili   per   la  successiva  rivendita  non  possono,  in

generale, fruire  dell'agevolazione  per  i  beni  costruiti,  costituendo gli

stessi beni merce.                                                            

       Per tali  imprese  sono  invece  agevolabili  gli immobili costruiti ed

utilizzati direttamente nell'esercizio dell'attivita'?                       

       R. Certamente,  in  quanto presentano il requisito della strumentalita'

e della novita'.                                                             

                                                                             

       D. L'area   edificabile  e'  agevolabile  in  misura  proporzionale  ai

lavori effettivamente   eseguiti  (in  appalto  o  in  economia)  nei  singoli

periodi d'imposta  agevolabili  rispetto al costo complessivo preventivato per

l'intera costruzione.                                                        

       In merito a tale affermazione si pongono due interrogativi:           

      Q    il   costo   complessivo   preventivato  per  la  costruzione  deve

      comprendere o non comprendere il costo dell'area?                      

      Q    cosa  s'intende  per  quota  parte  dei lavori eseguiti (o stato di

      avanzamento lavori)?                                                   

       R. Il  costo  complessivo  preventivato  per  la  costruzione  non deve

comprendere il costo dell'area edificabile.                                  

       Per quanto  concerne  il  secondo  quesito, e' stato gia' chiarito che,

in caso  di  appalto,  rilevano  ai fini dell'agevolazione i costi riferiti al

S.A.L. accettato e liquidato.                                                

       Nel caso,  invece,  di  lavori  in  economia,  rilevano  tutti  i costi

effettivamente sostenuti  per  la  realizzazione dell'opera in ciascun periodo

d'imposta agevolabile,   e  risultanti  -  secondo  gli  ordinari  criteri  di

competenza - dalle rilevazioni contabili.                                     

                                                                             

       D. Si  chiede  conferma  se  il  costo  del  bene puo' essere aumentato

degli interessi    passivi    sostenuti    per    la    sua   acquisizione   e

patrimonializzati (fino alla data di entrata in funzione dello stesso).      

       R. Si',  alle  condizioni e nei limiti previsti dall'articolo 76, comma

1, lettera b), del TUIR.                                                     

                                                                              

        D.    I  contributi  erogati  ai  soggetti  alluvionati  di  cui al DL

12.10.2000 n.  279  decurtano l'ammontare lordo degli investimenti, atteso che

non concorrono a formare il reddito d'impresa?                               

        R.    No.  I  contributi erogati ai sensi del D.L. 12.10.2000, n. 279,

convertito, con   modificazioni,   dalla   legge   11.12.2000,  n.  365,  sono

contributi a fondo perduto e non in conto impianti.                          

    Solo questi  ultimi,  giusta  il  disposto dell'art. 76 del TUIR, riducono

il costo  dei  beni  strumentali  che  rileva  ai  fini  della  determinazione

dell'agevolazione Tremonti-bis.                                               

                                                                             

        D.    Quando  deve  considerarsi realizzato un investimento in leasing

di un macchinario consegnato con le seguenti tempistiche:                    

   1.    trasporto  e  deposito delle singole parti del macchinario nel giugno

      2001 presso lo stabilimento dell'acquirente;                           

   2.    montaggio  delle  singole  parti,  a cura dell'impresa cedente, nello

      stabilimento dell'acquirente, tra giugno e luglio 2001;                

   3.    collaudo  del  macchinario  funzionante (con relativo verbale) a fine

      luglio 2001.                                                           

        R. Come  gia'  affermato dalla circolare 90/E del 17 ottobre 2001, per

gli investimenti  in  beni  con contratti di leasing, il momento rilevante per

la determinazione  del  periodo  di  competenza dell'investimento e' quello in

cui il  macchinario  viene  consegnato,  ossia  entra nella disponibilita' del

locatario.                                                                   

        Occorre tuttavia  precisare  che,  nel  caso  in  cui  il contratto di

leasing preveda  la  clausola  di  prova  a  favore  del  locatario,  ai  fini

dell'agevolazione diviene  rilevante  la  dichiarazione  di esito positivo del

collaudo da parte dello stesso locatario.                                    

        Nell'ipotesi in  cui  non  sia  prevista tale clausola e non si tratti

di contratto  di  appalto,  l'investimento  si  deve considerare realizzato al

momento della consegna.                                                      

                                                                             

        D.    Al  fine  della  realizzazione  di  un  nuovo  capannone possono

identificarsi le seguenti fasi:                                              

  .    acconto su struttura pagato nel 2000;                                 

  .    saldo struttura in ottobre 2001;                                       

  .    gli  impianti  elettrici  /  riscaldamento  saranno realizzati sia con

      personale interno sia da ditte esterne a cavallo tra 2001 e 2002.      

Si chiede  in  quale  esercizio  si  imputano gli investimenti: per fatture di

acquisto, per stato avanzamento lavori o a fine realizzazione?               

        R.    Nella  circolare  90/E  del  17  ottobre  2001 e' stato chiarito

che, nel  caso  di realizzazione di un bene attraverso un contratto d'appalto,

rilevano gli   stati   d'avanzamento  lavori,  se  contrattualmente  previsti,

approvati dopo il 30 giugno 2001.                                            

Per gli   impianti  realizzati  in  economia,  a  completamento  di  strutture

esistenti, sara'  necessario  procedere  alla suddivisione dei costi sostenuti

entro e  dopo  la  data  del  30 giugno.  Solo questi ultimi, infatti, saranno

agevolabili.                                                                 

                                                                              

       3.    Novita'                                                         

       D. Si  chiede  se e' agevolabile l'acquisto di un immobile di categoria

D/8 (capannone)  da  adibire  alla  propria attivita' da parte di una societa'

che esercita   l'attivita'   editoriale.   L'immobile   in   questione   viene

acquistato da  una  societa'  immobiliare  che lo aveva a sua volta acquistato

da una societa' terza che lo utilizzava come bene strumentale.               

       Puo', in  sostanza  considerarsi  bene  nuovo,  e pertanto agevolabile,

l'acquisto di  un  bene  da  un'impresa  per la quale lo stesso e' considerato

bene merce?                                                                  

       R. Non  e'  agevolabile  il  bene immobile strumentale gia' utilizzato,

neppure nel  caso  in  cui  il  primo  utilizzatore  lo  abbia  ceduto  ad una

societa' immobiliare, per la quale esso rappresenta un bene/merce.           

       Gli investimenti  agevolabili  si caratterizzano per il requisito della

novita' del   bene  strumentale,  restando  esclusi,  di  conseguenza,  quelli

riguardanti beni a qualunque titolo gia' utilizzati.                         

                                                                              

       D. Puo'  fruire  dell'agevolazione  di  cui all'articolo 4 una societa'

immobiliare di  gestione  che acquista un bene immobile strumentale per natura

da un   soggetto   che   l'abbia   utilizzato    a   titolo   di  "occupazione

provvisoria", cui   lo   stesso   bene,  successivamente  all'acquisto,  sara'

concesso in locazione?                                                       

       R. Nel  caso  di  beni  immobili  strumentali  per natura, il requisito

della novita'  richiesto  dall'articolo 4, comma 4, della legge agevolativa si

ritiene soddisfatto  anche  se l'acquisto e' effettuato dopo un certo lasso di

tempo dalla  fine  dei  lavori di costruzione; in tal caso, pero', si richiede

che, dalla  data  di  ultimazione  dei lavori, l'immobile in questione non sia

mai stato  utilizzato,  ad alcun titolo, ne' dall'impresa costruttrice, ne' da

altro soggetto.                                                              

       Nel caso    in    questione,   la   societa'   immobiliare   diventera'

proprietaria di  un  immobile  che,  al  momento dell'acquisto, risulta essere

gia' stato  utilizzato  da  un  altro  soggetto (che, fra l'altro, continuera'

successivamente a  utilizzarlo  in  veste  di  locatario).  Esso,  quindi, non

potra' essere  considerato  "bene  strumentale  nuovo"  ai  sensi  della norma

agevolativa.                                                                 

                                                                             

       D. Una  societa'  A  conduce  in  locazione  un  fabbricato commerciale

(oggettivamente strumentale) di proprieta' della societa' B.                 

       Entrambe le  societa'  sono  riferibili ad un medesimo gruppo in quanto

i soci sono gli stessi.                                                       

       Nel periodo  giugno  2001  -  marzo 2002 la societa' A esegue un lavoro

di radicale  e  profonda  trasformazione  del fabbricato condotto in locazione

investendo due   miliardi  di  lire.  Tali  investimenti  non  sembrano  poter

rientrare tra  quelli  agevolabili  con  la  legge  Tremonti-bis in quanto non

costituiscono acquisti di beni nuovi ne' ampliamento di vecchi beni propri.  

       Supponiamo che:                                                       

       Q    la  societa'  A  riaddebiti  nel 2002 alla societa' proprietaria B

          tutti i costi della ristrutturazione per due miliardi di lire;     

       Q    la societa' B ha in bilancio il fabbricato a lire 800 milioni;   

       Q    successivamente   la   societa'   A   acquista  dalla  societa'  B

          l'immobile oggetto    della    trasformazione    (anche   attraverso

          contratto di leasing) ad un prezzo di lire 3 miliardi.             

       L'immobile che  A  acquista da B puo' essere considerato nuovo e quindi

agevolabile con la Tremonti-bis?                                             

       R. No.  Come  gia'  precisato,  l'acquisto da terzi di un impianto/bene

gia' ammodernato   puo'  essere  agevolabile  con  riguardo  all'intero  costo

sostenuto a  condizione  che  tale  bene  sia da considerarsi nuovo sulla base

dei criteri  illustrati  nell'ultimo  periodo  del paragrafo 3 e nel paragrafo

3.3 della  circolare  n.  90/E,  e  che  il  bene  sia  qualificato in capo al

cedente come bene merce.                                                     

       Nella fattispecie   concreta,   non   solo  il  fabbricato  ceduto  non

costituisce per   la   societa'   cedente  un  bene  merce  ma  neppure  viene

soddisfatto il  requisito  della novita'. Infatti, l'immobile della societa' B

- se   pur   radicalmente   trasformato  -  e'  gia'  stato  utilizzato  prima

dell'acquisto dalla stessa societa' A in qualita' di locatrice.              

       Risultano invece  agevolabili  i  costi  sostenuti dall'affittuario per

eventuali interventi  di  ammodernamento  e di ampliamento effettuati sul bene

locato.                                                                      

                                                                              

       D.  La  Circolare  90/E,  per  gli  immobili radicalmente ristrutturati

pone due condizioni:                                                         

       "che gli   interventi   non   costituiscano   mero   adattamento  della

struttura alle  caratteristiche  di  un'eventuale  nuova categoria catastale e

che l'importo  complessivo  dei  lavori  sia  comunque  prevalente rispetto al

costo d'acquisto dell'immobile da parte del cedente".                        

       In relazione   alla   prima   condizione   e'   possibile  ottenere  un

chiarimento che  sia  in  grado  di  rendere oggettiva la tipologia dei lavori

che "non   costituiscano   un   mero  adattamento",  eventualmente  collegando

l'opera di  ristrutturazione  agevolabile  alle fattispecie normative elencate

dall'art 31  della  L.  457/78,  interventi  che hanno gia' formato oggetto di

approfondita analisi  da  parte  del Ministero delle Finanze con la Circ. 57/E

del 24.02.98 relativa alla speciale detrazione del 41%?                      

       R. I   lavori   di   radicale   ristrutturazione   non   devono  essere

necessariamente riconducibili  alle  singole  tipologie  di  intervento di cui

all'articolo 31  della  legge  5  agosto  1978,  n. 457. In linea generale, si

deve trattare  di  lavori che nel loro complesso modificano la struttura di un

immobile o  la  rinnovano  in  maniera  radicale, tali cioe' da trasformare in

tutto o  in  massima  parte  le  originarie  caratteristiche costruttive dello

stesso. Inoltre,  come  chiarito  dalla circolare n. 90/E del 17 ottobre 2001,

l'importo complessivo  dei  lavori deve essere comunque prevalente rispetto al

costo di acquisto per il cedente.                                            

       Restano in   ogni  caso  esclusi  i  meri  interventi  di  manutenzione

(individuati nel  paragrafo  3.4  della  circolare  n.  57/E  del  24.02.1998)

quando non   siano   correlati   ed   assorbiti  da  interventi  di  categoria

"superiore".                                                                  

                                                                             

       D.  Per  individuare  l'"importo  complessivo  dei  lavori"  in base al

quale va  determinata  la  prevalenza della ristrutturazione rispetto al costo

di acquisto dell'immobile da ristrutturare e' necessario:                    

       - sottrarre  il  valore  di acquisto dell'immobile da ristrutturare dal

costo di  acquisto  dell'immobile  gia'  totalmente  ristrutturato,  ottenendo

cosi' il    valore    della    ristrutturazione   per   l'impresa   acquirente

dell'immobile finito agevolata dalla Tremonti-bis?                           

       - ovvero  confrontare  il costo di acquisto dell'immobile per l'impresa

costruttrice con  i  costi da quest'ultima sostenuti per compiere il lavoro di

ristrutturazione?                                                            

       R. Gli  importi  da porre a confronto per verificare la prevalenza sono

il costo  complessivo  dei  lavori  e  il  costo storico di acquisto sostenuti

dall'impresa costruttrice  cedente.  Si precisa che tale confronto deve essere

effettuato dalla  cedente,  la quale dovra' altresi' attestare la prevalenza e

la natura   dei   lavori   (di   radicale   ristrutturazione).   In  tal  modo

l'investimento agevolabile  in  capo al cessionario e' dato dall'intero prezzo

di acquisto dell'immobile (bene merce per il cedente).                       

       Naturalmente, i  costi  sostenuti  per  la radicale trasformazione sono

agevolabili soltanto   se   patrimonializzati   e   non  consistenti  in  meri

interventi di finitura o di ordinaria manutenzione.                          

                                                                             

       D. Nell'importo  complessivo  dei  lavori  rientrano  anche le opere di

finitura e  di  impiantistica  (elettrica  e di condizionamento) eventualmente

autonome rispetto alla ristrutturazione immobiliare?                         

       R. Se  le  opere  di finitura ed impiantistica rientrano in un generale

progetto di  ristrutturazione,  sia  pur  articolato  in  contratti di appalto

separati, non  vi  e'  dubbio  che  le  stesse  devono  essere  annoverate nel

computo dei  lavori  di  cui  si deve tenere conto per valutare la prevalenza.

Al contrario,  il  semplice  rifacimento  degli  impianti o delle finiture, in

quanto riconducibile  negli  interventi di mero adattamento della struttura di

cui alla  circolare  n.  90/E,  non  e'  considerato  intervento  di  radicale

trasformazione e,    seppur    di   importo   superiore   al   costo   storico

dell'immobile, non  consente  al  bene di acquisire la caratteristica di "bene

nuovo".                                                                      

                                                                              

       D. La  circolare  dell'Agenzia  delle  Entrate  n. 90/E afferma che "il

costo dell'area    potra'    fruire   del   beneficio   fiscale....in   misura

corrispondente cioe'  al  rapporto  tra  la quota parte dei lavori eseguiti (o

stato di  avanzamento  dei  lavori)  al termine di ciascun periodo d'imposta e

l'ammontare complessivo  del  costo  preventivato per l'intera costruzione che

insiste nell'area".                                                           

       a) Che  cosa  rientra  nel concetto di "ammontare complessivo del costo

preventivato per l'intera costruzione"?                                      

       b) Ad  esempio,  nel  caso  di  preventivo  di  un'opera chiavi in mano

comprensivo delle  opere  di  impiantistica  (impianto  di  condizionamento  e

impianto elettrico)   e'   possibile   scorporare   dal   valore   complessivo

dell'opera quello   degli   impianti  e  calcolare  lo  stato  di  avanzamento

dell'opera in base ai soli costi di costruzione dell'immobile?               

       R. Come   chiarito,  si  deve  considerare  l'importo  complessivo  del

generale progetto   di   costruzione   del  fabbricato  strumentale,  sia  pur

articolato in  contratti  di  appalto  separati.  Non appare dunque plausibile

considerare separatamente l'importo dei lavori relativi all'impiantistica.   

                                                                             

       D. La  Circolare  n.  90  afferma  che  "puo' essere considerato nuovo,

anche un  fabbricato  strumentale  acquistato da un'impresa di costruzioni che

prima della  cessione  abbia  operato  sullo  stesso  interventi  di  radicale

trasformazione".                                                              

       Rientra nella  definizione  d'impresa  di costruzione ogni soggetto che

abbia provveduto  a  ristrutturare  l'immobile  in  proprio  o mediante idonei

contratti di  appalto  stipulati  con aziende edilizie, ovvero solo i soggetti

che svolgono, in base all'attivita' effettivamente esercitata, lavori edili? 

       R.  Nella  definizione  di impresa di costruzione rientra ogni soggetto

per il  quale  l'immobile costituisce bene-merce e che, effettivamente, svolge

lavori nel campo dell'edilizia.                                               

                                                                             

       D. Il  macchinario,  nuovo  di  fabbrica,  che viene esposto nella show

room ed  utilizzato  esclusivamente dal rivenditore al solo scopo dimostrativo

(pertanto mai  entrato  in  funzione)  puo'  beneficiare,  una  volta venduto,

dell'agevolazione fiscale della Tremonti-bis?                                

       R. Si'.   L'acquirente   potra'   fruire  dell'agevolazione  in  quanto

l'esclusivo utilizzo  da  parte  del  rivenditore  a  fini dimostrativi non fa

perdere al macchinario il requisito della novita'.                           

                                                                             

       4. Disinvestimenti                                                    

       D. Si  chiede  se,  nel  caso  di  cessione  di  beni acquistati usati,

questi concorrano  a  formare  il  parametro  dei disinvestimenti con riguardo

sia alla media che al periodo agevolato di riferimento.                      

       R. Si'.   Come   e'   stato   chiarito  nella  circolare  n.  90/E  del

17.10.2001, l'ammontare   dei   disinvestimenti  del  periodo  agevolato  deve

essere calcolato   con  riferimento  al  corrispettivo  dei  beni  strumentali

ceduti nel  periodo  stesso,  anche  se  gli  stessi  siano  stati a suo tempo

acquistati usati.                                                            

       Lo stesso  principio  vale anche nel caso in cui i beni precedentemente

acquistati  usati  vengano  ceduti  in  un  periodo  d'imposta  antecedente  a

quello agevolato;    in    questo   caso   la   cessione   sara'   considerata

disinvestimento di quel periodo con incidenza sulla media di riferimento.    

       In altri  termini,  la  cessione  dei beni usati riduce l'ammontare sia

degli investimenti  effettuati  nel  quinquennio precedente, sia di quelli del

periodo agevolato.  Si  ricorda,  inoltre, che l'acquisto dei beni strumentali

usati non concorre al calcolo della media degli investimenti.                

                                                                             

       D. E'  opportuno  chiarire  se  nel  parametro  disinvestimenti  devono

essere contabilizzati   i   soli   beni   che   rientrano   nella  nozione  di

investimenti agevolabili  e,  nel  caso  degli immobili, i disinvestimenti che

abbiano per  oggetto  fabbricati  strumentali  per  natura,  oppure  siano  da

considerare nel   computo  anche  i  fabbricati  non  destinati  all'esercizio

dell'attivita'.                                                              

       R. Nel  computo  dei  disinvestimenti  vanno annoverati soltanto i beni

strumentali, indipendentemente  dalla  circostanza  che  questi  siano  o meno

agevolabili. Pertanto,  rilevano  a  decremento  degli  investimenti  lordi  i

disinvestimenti relativi  ai  beni  usati.  Non rilevano invece le cessioni di

beni patrimoniali  non  strumentali  ai  sensi  degli articoli 67, 68 o 50 del

TUIR, come,  ad  esempio, la cessione di un appartamento per civile abitazione

non strumentale  neppure  per  destinazione o la cessione di un oggetto d'arte

o di antiquariato da parte del professionista.                               

                                                                              

       D. Nel   caso   di   acquisto   di   un   automezzo   da  parte  di  un

professionista, con  relativa  cessione  dell'usato,  detta  cessione, ai fini

della Tremonti-bis, rileva per l'intero o va anch'essa considerata al 50%?   

       R. Per   i   beni   a   deducibilita'  limitata  o  ad  uso  promiscuo,

l'ammontare dell'investimento  e'  determinato  in  misura  corrispondente  al

loro costo  d'acquisto  fiscalmente  rilevante.  Con  lo stesso criterio, tali

beni concorreranno  alla  determinazione dell'ammontare dei disinvestimenti da

computare in  diminuzione,  in  ciascun  periodo  agevolato,  del volume degli

investimenti effettuati.                                                     

                                                                              

       D. Si  chiede  un  chiarimento  in  merito alla definizione del termine

"disinvestimenti" usato   dalla  circolare,  che  sembra  contrastare  con  il

termine "cessioni" usato dall'art. 3 del D.L. n. 357/94.                     

       R. La  definizione  di  "disinvestimenti" e' fornita al punto 2.1 della

citata circolare   n.   90/E,   dove  si  afferma  che  "l'ammontare  di  tali

disinvestimenti debba  essere  calcolato  con riferimento al corrispettivo dei

beni strumentali  ceduti  nei  periodi  medesimi, ovvero al valore normale dei

beni destinati  al  consumo  personale  o  familiare  dell'imprenditore  o del

lavoratore autonomo   ovvero   assegnati  ai  soci  o  destinati  a  finalita'

estranee all'esercizio  dell'impresa  o  dell'attivita'  di  lavoro  autonomo,

ancorche' gli stessi beni siano stati a suo tempo acquistati usati".         

       Tale interpretazione   era  gia'  stata  fatta  propria  dal  soppresso

Dipartimento delle  Entrate  con  la  circolare  n. 181/E del 27 ottobre 1994,

nella quale,  al  punto  3.8, si e' precisato che il volume degli investimenti

doveva essere   diminuito   dei   corrispettivi   delle   cessioni   dei  beni

strumentali nonche'   del   valore  normale  dei  beni  destinati  al  consumo

personale o   assegnati   ai   soci   o   destinati   a   finalita'   estranee

all'attivita'  dell'impresa.                                                 

                                                                              

       D. La  cessione  di un immobile strumentale ricevuto in conferimento e'

da intendersi  cessione  e quindi e' da detrarre dagli investimenti effettuati

nell'anno?                                                                    

       R. Si'.   La  cessione  dell'immobile  ricevuto  in  conferimento  deve

concorrere alla  determinazione  dell'ammontare dei disinvestimenti effettuati

nel periodo d'imposta agevolato.                                             

                                                                              

       D. Nell'ambito   delle   cessioni   (da   sottrarre   al  volume  degli

investimenti) sono  inclusi  anche  i  conferimenti  di  rami  aziendali verso

controllate (operazioni,  in  ipotesi  obbligatoria,  in  virtu'  di una legge

speciale)?                                                                   

       R. Si',  anche  i  conferimenti  di rami aziendali a favore di soggetti

appartenenti al  medesimo  gruppo societario costituiscono, per il conferente,

disinvestimenti da  computare  in  diminuzione  al  volume  degli investimenti

operati nel   medesimo   periodo.  Si  conferma  quanto  gia'  chiarito  nella

circolare n.57/E   dell'18  giugno  2001,  paragrafo  3.2,  con  riguardo    

allA modalita' di    determinazione    degli   investimenti   rilevanti   ai 

fini dell'agevolazione di  cui  all'articolo  2,  comma  9,  della  legge 13 

maggio 1999, n.133.  Il  conferimento,  tuttavia,  non  costituisce  motivo di

revoca dell'agevolazione ai  sensi  dell'articolo 4, comma 6, della legge n. 

383  del 18 ottobre  2001,  come peraltro gia' chiarito nella circolare n.90/E

del 2001 al paragrafo 4.                                                     

                                                                              

        D. In  mancanza  di  precise  indicazioni  si ritiene che, al fine del

calcolo degli  investimenti  netti,  debbano  essere assunte esclusivamente le

cessioni di   beni  (autoconsumo,  ecc.,)  effettuate  entro  lo  stesso  arco

temporale e cioe' dal 1/7/2001 al 31/12/2001.                                

        Si chiede,   inoltre,   come   deve   essere  calcolata  la  media  di

riferimento per  gli  investimenti  realizzati  nel  2002;  se  cioe' rilevino

tutti gli investimenti del 2001 o solo quelli realizzati dopo il 30.06.2001. 

        R. Ai  fini  del  calcolo  degli  investimenti netti del primo periodo

agevolato, rilevano  le  cessioni  di  beni strumentali avvenute dal 1  luglio

al 31  dicembre  2001  (nell'ipotesi  di  periodo  d'imposta  coincidente  con

l'anno solare).                                                              

        Nel secondo   periodo   agevolato,  per  il  calcolo  della  media  di

riferimento sono  rilevanti  tutti  gli  investimenti  realizzati  nel periodo

d'imposta 2001, anche se antecedenti il 1  luglio 2001.                      

                                                                             

       5. Calcolo della media                                                 

       D. Nei  casi  di  successione  ereditaria,  nel  calcolo della media si

deve tener  conto  degli investimenti effettuati dall'imprenditore individuale

anche nei periodi antecedenti alla successione?                               

       R. La  risposta  e' si'. L'erede acquisisce la titolarita' dell'azienda

succedendo a  titolo  universale  in  tutti i rapporti trasmissibili, attivi o

passivi, che facevano capo al de cuius.                                      

       Pertanto, anche   ai  fini  dell'agevolazione  dell'articolo  4,  della

legge 17  ottobre  2001,  n.383,  l'erede subentrera' nella medesima posizione

soggettiva del  suo  dante  causa  e,  dunque,  dovra' tener conto della media

degli investimenti effettuati da quest'ultimo nel quinquennio precedente.    

       Gli investimenti  realizzati,  a  partire dal 30 giugno 2001, nell'anno

solare in  cui  si  apre  la successione, saranno unitariamente considerati ai

fini del  calcolo  dell'agevolazione.  Il beneficio fiscale della Tremonti-bis

verra' attribuito  al  de  cuius  e/o  all'erede  in  base al rapporto tra gli

investimenti netti  realizzati  da  ciascuno  ed  il totale degli investimenti

netti dell'anno, come dall'esempio che segue:                                 

Si ipotizza che l'apertura della successione avvenga il 31 ottobre 2001      

------------------------------------------------------------------------------

        Investimenti agevolabili   Disinvestimenti  Investimenti netti    %  

 De cuius           L.  100             L.   30         L.70              26%

(30.06.01- 31.10.01)                                                         

                                            |                                

Erede               L. 300              L.  100         L. 200            74%

(1.11.01- 31.12.01)                                                          

                                                                             

Totale              L. 400              L.  130         L. 270           100%

(30.06.01- 31.12.01)                                                         

------------------------------------------------------------------------------

                                                                              

Investimenti netti  (L.  270)  - Media del quinquennio (L. 170) = Eccedenza L.

100                                                                          

Reddito detassato = L.50 (50% di L. 100)                                      

Tale beneficio  sara'  attribuito  per  il  26%  al  de  cuius  e  per  il 74%

all'erede.                                                                   

                                                                             

       D. Nel  caso  di  area fabbricabile acquistata nel 1999 con costruzione

ultimata nello  stesso  periodo,  nel  calcolo  della media degli investimenti

operati, occorre  considerare  il  costo  d'acquisto  dell'area  unitamente al

costo complessivo dell'opera?                                                 

       R. Si'.  Per  assicurare  l'omogeneita'  dei  criteri  di  computo, nel

calcolo degli  investimenti  operati e' necessario tener conto anche del costo

dell'area fabbricabile.                                                       

                                                                             

       D. Nel  caso  di  conferimento,  il  conferitario  deve considerare gli

investimenti precedentemente realizzati dal conferente?                       

       R. No,  ai  fini  del  calcolo  della media, il conferitario non dovra'

tener conto  degli  investimenti  effettuati  nel  quinquennio  precedente dal

conferente.                                                                  

       Il conferimento,  anche  se effettuato in regime di neutralita' fiscale

ai sensi  dell'articolo  4 del D.Lgs. n. 358/97, infatti, e' un'operazione che

coinvolge due   distinti  soggetti  giuridici  che  rimangono  tali  anche  in

seguito alla stessa operazione.                                               

       Si rammenta,  tuttavia,  che  ai  sensi  dell'articolo 37-bis, comma 3,

del D.P.R.    n.    600    del    1973,   resta   impregiudicato   il   potere

dell'amministrazione finanziaria    di   disconoscere   i   benefici   fiscali

derivanti dall'operazione   di   conferimento   di   azienda,   se  questa  e'

effettuata senza  valide  ragioni  economiche  ed  al solo fine di aggirare il

divieto posto dalla norma.                                                    

                                                                             

       D. Nel  caso  di  un'area  fabbricabile  acquisita  prima del 30 giugno

2001 si chiede se e come la stessa deve concorrere al calcolo della media.   

       Esempio n.1:                                                          

Area fabbricabile acquisita il 15/3/1999.                                    

Inizio costruzione  del  fabbricato in pari data e ultimazione entro il 31.12.

2000.                                                                         

       Esempio n. 2:                                                         

Area fabbricabile  acquisita  il  15/3/1999 sulla quale entro il 30/6/2001 non

sono state realizzate opere murarie.                                          

    R. Con  riferimento  al  primo  esempio, si ritiene che il costo dell'area

fabbricabile deve  concorrere  pro-quota  (ossia in misura corrispondente alla

percentuale dei  costi  sostenuti  in  ciascun  periodo  d'imposta rispetto al

totale dei   costi  preventivati  per  la  costruzione  del  fabbricato)  alla

valorizzazione della media per gli anni 1999 e 2000.                         

       Con riferimento  al  secondo esempio, se non e' stata realizzata alcuna

opera muraria  nel  2001,  il  costo dell'area non sara' rilevante ai fini del

calcolo della media del quinquennio precedente.                              

                                                                             

       D. L'ammontare  degli  investimenti  deve  essere  assunto  al netto di

eventuali contributi   per   l'acquisizione  di  beni  strumentali  stante  la

modifica intervenuta   dal  1   gennaio  1998  al  trattamento  fiscale  degli

stessi. Va  precisato  che  anche  nel  caso  di  costo  iscritto  al lordo di

eventuali contributi   da   riscontare   in   successivi   esercizi,  il  bene

conservera' come  valore  fiscale  e,  quindi,  ai  fini agevolativi, il costo

sostenuto per l'acquisto al netto dei contributi.                             

       E' opportuno  chiarire  se,  nel  caso in esame, sia corretto mantenere

lo stesso   criterio   di   valorizzazione   anche  per  beni  acquistati  con

contributi ante 1  gennaio 1998.                                             

       In effetti,   potrebbe   verificarsi   un'asimmetria  nel  criterio  di

raffronto tra  investimenti  nuovi  e  media degli investimenti, atteso che al

valore di  media  potrebbero  concorrere  beni  strumentali  assunti  al lordo

dell'eventuale contributo  (in  base alla previgente disciplina valida fino al

31 dicembre 1997).                                                           

       R. E'   corretto  adottare  il  medesimo  criterio  di  valorizzazione,

necessario per  garantire  l'omogeneita'  del raffronto. Pertanto, ai fini del

calcolo della  media  anche gli investimenti effettuati anteriormente al primo

gennaio 1998 potranno essere assunti al netto dei contributi.                

                                                                              

       D. Nel  caso  di  beni  ad uso promiscuo "l'ammontare dell'investimento

e' determinato  in  misura  corrispondente  al  costo  di acquisto fiscalmente

rilevante ai   fini   del   calcolo   degli  ammortamenti".  Gli  autoveicoli,

individuati dall'articolo  121-bis  del  TUIR,  che scontano una deducibilita'

limitata, concorrono   nella   stessa  identica  misura  alla  formazione  del

plafond degli  investimenti.  Si  chiede se sia corretto applicare il medesimo

criterio di  valutazione  anche  per il calcolo della media con riferimento al

periodo 1996  e  1997,  periodi nei quali vigeva, per tali beni, un differente

criterio di deducibilita'.                                                   

       R. Si',   e'  corretto  affinche'  il  rapporto  tra  gli  investimenti

agevolati e  la  media del quinquennio precedente possa effettuarsi sulla base

di criteri omogenei.                                                         

                                                                              

       D. Ai  fini  del  calcolo  della  media  degli  investimenti effettuati

negli ultimi  5  anni, in relazione alla applicazione delle agevolazioni della

Tremonti-bis, la  Circolare  n.  90/E  del  17/10/2001 afferma al paragrafo 2)

che deve  essere  escluso  ai  fini  del  calcolo della media il piu' alto dei

cinque valori.  Ma  una  volta  escluso  il  piu'  alto  dei cinque valori, il

calcolo della  media  aritmetica  e'  fatto suddividendo il totale per quattro

esercizi (5-1)   oppure   continuando  a  suddividere  il  totale  per  cinque

esercizi anche se ne e' stato eliminato uno?                                 

        R. Per  il  calcolo  della  media  degli investimenti effettuati negli

ultimi cinque  anni  e'  necessario,  dopo  aver  escluso  dalla sommatoria il

valore piu'  alto,  dividere  il  risultato ottenuto per quattro, numero delle

annualita' addizionate.                                                      

                                                                              

       D. Una  societa'  che  ha  per  oggetto  la costruzione e la vendita di

immobili, costruisce   negli   anni  1996-1997-1998  un  fabbricato  in  parte

commerciale ed  in  parte  civile  abitazione, considerando l'immobile nel suo

complesso come bene merce ed inserendolo fra le rimanenze in bilancio.       

       Nel 1999,  ultimato  il  fabbricato,  dopo aver eseguito alcune vendite

di unita'  immobiliari  per  uso  abitazione,  riesce  ad  affittare  la parte

commerciale (negozio)  e  decide di non venderlo piu', trasformandolo da "bene

merce" a  "bene  strumentale"  (date  le sue caratteristiche di strumentalita'

per natura), iscrivendolo tra le immobilizzazioni materiali.                 

       Ai fini  del  calcolo  della  media degli investimenti nel quinquennio,

come deve  essere  considerato  questo bene commerciale? Nel solo anno 1999 in

cui e'   stato   patrimonializzato  (anno  di  entrata  in  funzione),  oppure

considerando in proporzione i costi degli anni di costruzione 1996-1997-1998?

       R. La  riclassificazione  del  bene  immobile  da  bene  merce  a  bene

strumentale e'   irrilevante   ai   fini   del   calcolo   della  media  degli

investimenti effettuati  nei  cinque esercizi precedenti. Infatti, nel momento

in cui  il  costo  di  realizzazione  del  bene  e' stato sostenuto, l'impresa

agiva nell'ambito  della  sua attivita' caratteristica e non per realizzare un

investimento in beni strumentali.                                            

       Allo stesso  modo,  la  riclassificazione  di  un  bene  merce  in bene

strumentale non  costituisce  ipotesi  rilevante  ai fini della determinazione

del volume  degli  investimenti  agevolabili.  L'eventuale  cessione  del bene

strumentale nel  periodo  di  vigenza  dell'agevolazione  costituira', invece,

un'ipotesi di disinvestimento.                                               

                                                                             

        D.    Un  terreno  acquistato nel quinquennio divenuto edificabile nel

2001 costituisce  un  investimento  del  quinquennio  rilevante  ai fini della

media?                                                                       

        R.    No.  La  Circolare  n.90/E  del  17.10.2001,  al  punto  2.1, ha

ribadito il   principio   in   base   al   quale   i   criteri   adottati  per

l'individuazione e  il  computo degli investimenti agevolati valgono anche per

gli investimenti degli esercizi precedenti.                                  

        In merito  alle  aree  fabbricabili  e'  stato  chiarito  che il costo

delle stesse  rileva  in  misura corrispondente al rapporto tra la quota-parte

dei lavori  eseguiti  (o  stato  di  avanzamento lavori) al termine di ciascun

periodo d'imposta   e  l'ammontare  complessivo  del  costo  preventivato  per

l'intera costruzione che insiste sull'area.                                  

       Nel caso  prospettato  negli  esercizi precedenti non e' stato eseguito

alcun lavoro su tale area.                                                    

       L'area in  esame  non rilevera' ai fini dell'agevolazione, pur se sulla

stessa dovessero  cominciare  i  lavori  di  costruzione,  perche'  acquistata

prima del 1  luglio 2001.                                                     

                                                                             

        D.    Ai  fini  del  calcolo  della  media 1997-2001, gli investimenti

effettuati nel  2001  devono  essere  conteggiati  per  intero, oppure si deve

tenere conto solo di quelli effettuati successivamente al 30 giugno 2001?    

        R. Come   gia'  affermato,  occorre  tener  conto  degli  investimenti

effettuati nel corso dell'intero anno 2001.                                  

                                                                              

        D. Ai  fini  della  media  del  quinquennio,  gli  investimenti  della

scissa vanno  attribuiti  secondo  la  destinazione  effettiva  dei  cespiti o

pro-quota secondo il patrimonio netto contabile?                             

        R. Come  chiarito  dalla  circolare  n.  90/E  del  17  ottobre  2001,

l'attribuzione degli   investimenti   della   scissa  alla  beneficiaria  deve

avvenire tenendo conto della quota di patrimonio netto trasferito.           

                                                                             

        6. Spese  di  formazione  e  aggiornamento  del  personale e spese per

    servizi di assistenza negli asili nido                                   

                                                                              

       D. La  circolare  n.  90/E  prevede  che  le  spese  sostenute  per  la

formazione e  l'aggiornamento  del personale successivamente al 30 giugno 2001

e nell'intero  periodo  successivo  sono  agevolabili  per  l'intero ammontare

(senza alcun  riferimento  sia  al  50%  sia all'eccedenza rispetto alla media

degli anni  precedenti).  Si  chiede  conferma,  pertanto,  che tali spese non

debbano essere ridotte al 50% del loro ammontare.                            

       Quale atto   deve   materialmente   redigere   il   professionista  per

attestare una   spesa   di  formazione  interna  e  quali  sono  le  eventuali

modalita' di rilevamento della spesa?                                         

       R. Ai  fini  dell'agevolazione,  le spese sostenute per la formazione e

l'aggiornamento del  personale  si  assumono  per  l'intero  ammontare,  cioe'

senza confronti   con  la  media  dei  periodi  precedenti.  Ne  consegue  che

l'incentivo disciplinato  dal  comma  2  dell'articolo  4  si  sostanzia nella

detassazione del  reddito  nella  misura pari al 50% dell'intero importo delle

spese agevolabili, in conformita' a quanto previsto nel precedente comma 1.  

       Anche nell'ipotesi  in  cui  tali spese siano sostenute da un esercente

arte o  professione,  per  essere  ammesse  al beneficio della detassazione e'

necessario che  queste  siano  attestate da uno dei soggetti di cui al comma 2

dell'articolo 4.                                                              

       Per garantire  la  necessaria  terzieta' della certificazione, prevista

in via   generale   per   tutti   i  soggetti  destinatari  del  beneficio,  i

professionisti indicati  dalla  legge  agevolativa come soggetti autorizzati a

rilasciare tale   attestazione   non  potranno  autocertificare  le  spese  di

aggiornamento e  formazione  da  loro  stessi sostenute ma dovranno rivolgersi

ad un altro professionista.                                                   

       Premesso che  le  spese  di formazione e aggiornamento sono agevolabili

nella misura  in  cui  le stesse sono documentate, trasparenti e suddivise per

voci, secondo  quanto  stabilito dal regolamento CE n. 68 del 12 gennaio 2001,

nell'atto di  certificazione  dovra'  essere  indicato chiaramente il criterio

utilizzato per  la  ricostruzione  extracontabile  dell'ammontare  delle spese

agevolabili, facendo   riferimento   ai   costi   sostenuti   e   direttamente

riferibili ad   ogni   singola   iniziativa   di   formazione,  effettivamente

realizzata ed oggettivamente riscontrabile.                                  

                                                                             

       D. Sono  agevolabili,  ai  sensi  dell'articolo 4, comma 2, le spese di

formazione e  di  aggiornamento riferibili al titolare o ai soci delle imprese

o ai loro collaboratori con rapporto di lavoro autonomo?                     

       R. L'articolo  4,  comma  2,  estende l'incentivo alle "spese sostenute

per la  formazione  e l'aggiornamento del personale". L'espressione utilizzata

dal legislatore,  che  richiama  quella di cui all'articolo 2425, voce B9, del

Codice Civile,  indica  che  sono  agevolabili  le  spese  per la formazione e

l'aggiornamento del   solo   personale   dipendente,  rimanendo  esclusa  ogni

analoga spesa  effettuata  a  favore  dello  stesso  imprenditore o lavoratore

autonomo, nonche'  dai  soci  delle  societa' di persone. Sono inoltre escluse

le spese  della  medesima  categoria sostenute a favore del coniuge, dei figli

affidati o  affiliati  minori  di  eta'  o  permanentemente  inabili al lavoro

nonche' degli   ascendenti   anche   se  dipendenti  dell'imprenditore  o  del

lavoratore autonomo,  secondo  i  criteri previsti dagli articoli 62, comma 2,

e 50 comma 6-bis del TUIR.                                                   

                                                                             

       D. Una  societa'  svolge  attivita'  di  formazione e aggiornamento del

personale avvalendosi di un proprio centro di formazione.                    

      Tra i    costi   ammissibili   all'agevolazione   riteniamo   siano   da

comprendere il  costo  del  personale  esclusivamente  addetto alla formazione

(nel ns.   caso  addetti  del  Centro  di  formazione)  nonche'  il  personale

discente invitato  in  aula  a  seguire  i vari corsi di formazione. In questo

caso, dovrebbe  essere  agevolabile  il  costo  sostenuto dal datore di lavoro

per i dipendenti cosi' quantificato:                                         

       per gli  addetti  del  Centro,  l'attivita'  lavorativa  e'  totalmente

dedicata alla formazione e pertanto si assumera' il 100% del costo;          

       per i  discenti,  il  relativo  costo  annuo  dovra'  essere assunto in

proporzione alle ore di formazione svolte nel corso dell'anno.               

Nel concetto di costo si ritiene che rientrino:                              

       a)    gli  oneri  previdenziali a carico del datore di lavoro, la quota

TFR etc;                                                                     

       b)    le  spese  di vitto, alloggio e trasporto relative alle trasferte

al di  fuori  del territorio comunale nei limiti di deducibilita' previsti dal

TUIR pari  a  L. 350.000/500.000 giornaliere rispettivamente, per trasferte in

Italia o all'estero;                                                         

       c)    La    somma   di   tutti   i   costi   sopra   citati   beneficia

dell'agevolazione fino  a  concorrenza  del  20%  delle  relative retribuzioni

complessivamente corrisposte nell'anno.                                      

Nutriamo qualche  dubbio  sulla  corretta interpretazione da dare alla dizione

"relative". In  particolare,  ci si chiede se per ciascun dipendente si dovra'

fare il  confronto  con  la  corrispondente  retribuzione del singolo soggetto

che partecipa  alla  formazione  (discente  o  formatore)  ovvero con il monte

salari complessivo  di  coloro che hanno partecipato alla formazione (discenti

e formatori).                                                                

        R. I  costi  di  formazione  agevolabili  devono  essere distintamente

aggregati con   riferimento   ad   ogni   singola   iniziativa  di  formazione

effettivamente realizzata.   Essi   comprendono,  come  gia'  precisato  nella

circolare n.  90/E,  le  spese  correnti (materiali, forniture, ecc.), i costi

per i servizi di consulenza e i docenti esterni.                             

        Rientrano altresi'  nell'agevolazione  le  spese relative al personale

interno "impegnato  nell'attivita'  di  formazione e aggiornamento" e cioe' di

partecipazione al   progetto  di  formazione  in  qualita'  di  docente  o  di

discente, con  esclusione  delle  spese  relative  al personale addetto a mere

funzioni di supporto all'attivita' didattica.                                

        Il costo  sostenuto  per  i  partecipanti  discenti e docenti interni,

impegnati nella  formazione,  concorre  a  formare  la  base agevolabile nella

misura del   20  per  cento  del  costo  riferibile  ai  giorni  di  effettiva

partecipazione ai corsi di formazione.                                       

        Come desumibile  dalla  risposta  del  Sottosegretario  di  Stato  On.

Molgora alla  interpellanza  parlamentare n. 2-00150, assume valore preminente

il termine  "impegnato"  che  qualifica  e circoscrive il novero del personale

del cui   costo   occorre   tener   conto   ai  fini  dell'applicazione  della

disposizione.                                                                 

        Il richiamo    della    norma    all'ammontare    della   retribuzione

complessivamente corrisposta  nel  periodo  d'imposta deve intendersi riferito

alla determinazione  del  limite  del  20%.  Detto  limite  va calcolato sulla

quota-parte di  retribuzione  annua  corrispondente al rapporto tra numero dei

giorni di partecipazione al corso e numero dei giorni di lavoro dell'anno.   

                                                                              

        D. Il   costo   di   formazione   complessivamente  sostenuto  per  la

partecipazione di   un   dipendente   ad   un   corso  esterno  risulta  cosi'

quantificato:                                                                 

a)    Costo del convegno L. 1.000.000;                                       

b)    Spese di vitto e alloggio del dipendente L. 200.000;                   

c)    Spese di trasporto L. 50.000;                                          

d)    Costo del dipendente quantificato in 8 ore lavoro pari a L. 800.000.   

     Ai fini  dell'agevolazione  in oggetto, quali spese concorrono al plafond

in misura del 100% e quali invece devono rispettare il plafond del 20%?      

        R. Per  quanto  concerne  le  spese  sostenute per la partecipazione a

corsi di  formazione  esterni,  si  ritiene  che siano interamente agevolabili

soltanto le  spese  relative  al  convegno  (nell'esempio  voce  a)  pari a L.

1.000.000).                                                                   

        Al contrario,  le  voci  elencate  sub  b),  c),  d),  rientrando  nel

concetto di  spese  per  prestazioni  di lavoro dipendente di cui all'articolo

62 del  TUIR,  possono  fruire  del  beneficio  entro  il limite del 20% delle

relative retribuzioni, come precedentemente definito.                        

                                                                             

        D. Un  dipendente  della  societa' A e' incaricato di svolgere per tre

mesi attivita'   di   formazione   al   personale   di   un'altra  societa'  B

appartenente al gruppo.                                                      

       a)    La  societa'  A,  che  emettera' fattura a B in base al costo del

dipendente che    ha   svolto   attivita'   di   formazione,   potra'   godere

dell'agevolazione cd. "Tremonti formazione"?                                 

        b)    La  societa'  B  che  riceve la fattura per la formazione potra'

godere dell'agevolazione  per  l'intero costo fatturato e per il personale che

ha seguito i corsi di formazione?                                            

        R. La  risposta  alla  prima  domanda e' negativa. La prestazione resa

dal dipendente  non  puo' essere considerata un'attivita' di formazione per la

societa' A,  in  quanto  non  fruita  dal  suo  personale.  Detta prestazione,

infatti, costituisce  un  servizio  nei  confronti di terzi a fronte del quale

la societa' A consegue una componente positiva di reddito.                   

        Nel caso  in  cui  la  formazione  sia  organizzata dalla controllante

anche a  beneficio  del  personale  della  controllata,  le spese rilevanti ai

fini della  agevolazione  andranno  calcolate  al  netto  di quelle addebitate

alla controllata.   Come  evidenziato  nella  precedente  risposta,  il  costo

sostenuto sara'  interamente  rilevante  per la societa' che riceve la fattura

per la formazione del proprio personale.                                     

        La societa'  B  potra'  inoltre  godere dell'agevolazione per le spese

del proprio personale discente impegnato nell'attivita' di formazione.       

                                                                             

       D. Si  chiede  se,  ai  fini  del calcolo della quota agevolabile della

spesa sostenuta  per  servizi  di  assistenza negli asili nido, sia necessario

tenere conto  dell'eventuale  compimento,  da parte di uno o piu' bambini, del

terzo anno di eta' nel corso del periodo d'imposta.                          

       R. Si  ritiene  sia  agevolabile  la  quota  delle  spese sostenute per

assistenza negli  asili  nido  di bambini che al momento dell'inizio dell'anno

scolastico non  hanno  ancora  compiuto il terzo anno di eta' e non possiedono

i requisiti per iscriversi alla scuola materna.                              

                                                                             

        D. Le  spese  di formazione sostenute prima del 30 giugno 2001 possono

beneficiare della  detassazione,  atteso  che l'art. 4 co. 2 della L. 383/2001

non prevede alcuna limitazione al riguardo?                                  

        R. No.  Sebbene  la  Tremonti-formazione sia cumulabile con la Visco e

con la  DIT,  ai  fini  dell'agevolazione  rilevano comunque i costi sostenuti

dal 1  luglio 2001.                                                          

                                                                             

        D. La  mancanza  di  un  docente  rende  non  agevolabile il costo del

personale discente  che  segue  corsi di aggiornamento/formazione sul computer

senza l'assistenza di un formatore?                                          

        R. Nella  circolare  n.  90/E  e'  stato  chiarito  che  le  spese  di

formazione e  aggiornamento,  da  assumere  al  netto di eventuali contributi,

sono sia   quelle  relative  a  servizi  acquisiti  dall'esterno,  sia  quelle

sostenute per  l'organizzazione  diretta del servizio. Sono quindi agevolabili

anche le   spese   di   formazione   interna,  quando  l'attivita'  e'  svolta

all'interno dell'impresa e con docenti interni.                              

        Non rientra      nell'agevolazione,     invece,     l'attivita'     di

autoformazione, non   espressamente   prevista  dalla  legge;  invero  con  la

disposizione in  esame  il  legislatore  ha  inteso  agevolare  iniziative  di

formazione o  aggiornamento  che  presuppongano  la  presenza  di  un docente,

anche a   distanza   (collegato   on  line),  che  trasferisca  conoscenze  ed

informazioni tecniche utili al personale dipendente.                         

                                                                             

        D. E'  possibile  agevolare  i  costi  sostenuti  per  la formazione a

distanza relativamente al personale addetto al tutoraggio on line?           

        R. L'agevolazione   riguarda   le   spese  sostenute  per  i  soggetti

discenti e docenti.                                                          

        Non rientra   nell'ambito  di  applicazione  del  beneficio  la  spesa

sostenuta per  l'addetto  al tutoraggio on line, in quanto il tutor  assolve a

funzione diversa da quella cui e' preposto il docente.                       

                                                                              

        D. Spese  correnti  sostenute  per la formazione e l'aggiornamento del

personale. Si  chiede  se  sia  ipotizzabile  considerare  come  tali  i costi

sostenuti per    l'acquisto    di    quotidiani,   riviste   e   pubblicazioni

specializzate.                                                               

        R. No.  Conformemente  a  quanto previsto dal regolamento CE n. 68 del

2001, le   spese   correnti   ammesse   a   fruire  del  beneficio  riguardano

esclusivamente il  materiale  didattico,  forniture a supporto dell'attivita',

utilizzabili nell'ambito di un preciso progetto di formazione.               

                                                                             

        7. Cumulabilita'                                                      

       D. L'agevolazione  Tremonti-bis  rientra  nel regime del de-minimis? E'

considerata aiuto di stato?                                                  

       R. No.  Non  puo' considerarsi aiuto di stato ai sensi dell'articolo 87

del Trattato  CE  e  non  rientra,  pertanto,  nel  regime  del de-minimis. La

Tremonti-bis, cosi'  come  il precedente decreto legge 10 giugno 1994, n. 357,

prevede un  intervento  agevolativo  di  carattere  generale,  finalizzato  al

rilancio dell'economia;  non  e'  diretto  a  favorire talune imprese o talune

produzioni, falsando  o  minacciando di falsare la concorrenza. Diversa era la

natura dell'agevolazione  prevista  dall'articolo  3,  commi da 85 a 92, della

legge 28  dicembre  1995, n. 549 che, prevedendo la delimitazione territoriale

del beneficio,  si  qualificava  come  aiuto di stato a carattere territoriale

in base all'ordinamento comunitario.                                         

                                                                              

       D. Il   beneficio  di  cui  all'articolo  4  e'  cumulabile  con  altri

incentivi (per  es.  contributi della Provincia, legge Sabatini, legge 488/92,

ecc.) aventi per oggetto gli stessi beni agevolati?                          

       R. Il  cumulo  fra le agevolazioni di cui all'articolo 4 della legge n.

383 del  18  ottobre  2001 e gli incentivi previsti da altre norme di legge e'

da considerarsi   consentito,  in  quanto  il  successivo  articolo  5,  fatta

eccezione per   le   agevolazioni   espressamente   previste,   non  reca  una

previsione generale  di  non  cumulabilita'  del  beneficio. Cio' a condizione

che le  norme  relative  ai benefici sopra citati non prevedano, a loro volta,

ipotesi di non cumulabilita' con altre agevolazioni.                         

                                                                             

        8. Applicazione  dell'agevolazione  da  parte  degli  enti  gestori di

pubblici servizi                                                              

                                                                             

        D. In  relazione  all'applicazione  dell'agevolazione  da  parte degli

enti gestori  di  servizi  pubblici  locali  costituiti ai sensi della legge 8

giugno 1990,  n.142  -  aziende  speciali,  consorzi  e  societa' per azioni a

prevalente capitale pubblico - si domanda:                                   

  .    se  tali  enti  devono  tenere  conto  anche  del periodo di moratoria

   fiscale nell'individuazione  del  quinquennio di riferimento per il calcolo

   della media degli investimenti pregressi;                                 

  .    come  deve  essere calcolato il quinquennio di riferimento nel caso di

   "trasformazione" dell'azienda speciale in societa' per azioni;            

  .    se  l'agevolazione  maturata  da  un'azienda  speciale, esistente alla

   data di  entrata  in  vigore  della  legge  n. 383 del 2001, si conservi in

   capo alla societa' per azioni originata dalla "trasformazione".           

        R. Come  affermato  dalla  scrivente  nella  circolare  n.  69  del 26

luglio 2001,  "il  periodo  di  moratoria,  se  pure  non  ha generato reddito

imponibile ai  fini  delle  imposte  dirette, tuttavia assume rilievo fiscale;

infatti i   valori   di   bilancio   redatto   alla   fine   dell'agevolazione

costituiscono base   di   partenza   per   l'applicazione  delle  norme  sulla

determinazione del reddito d'impresa."                                        

        Pertanto gli  investimenti  effettuati  negli  esercizi  ricadenti nel

periodo di  moratoria,  che  rilevano  fiscalmente a tutti gli effetti, devono

essere presi in considerazione anche nel calcolo della media di riferimento. 

        Nel caso  in  cui  l'agevolazione  e'  applicata  da  una societa' per

azioni nata  dalla  "trasformazione" di un'azienda speciale, avvenuta ai sensi

dell'art. 115,  comma  1  del  testo  unico delle leggi sull'ordinamento degli

enti locali  approvato  con  decreto  legislativo  18  agosto  2000,  n.  267,

occorre considerare  che  tale  norma  afferma  chiaramente  un  principio  di

continuita' dell'azienda  originaria.  In questo caso, pertanto, rientrano nel

calcolo della  media  anche  gli investimenti effettuati dall'azienda speciale

trasformata, inclusi  quelli  effettuati  in  esercizi compresi nel periodo di

moratoria fiscale.                                                           

        Al riguardo,   gia'   nella   circolare   n.  90/E,  la  scrivente  ha

riconosciuto la  continuita'  dell'azienda  originaria  tanto nelle ipotesi di

trasformazione societaria che di successione nell'azienda.                   

       Sulla base   del   medesimo  principio  di  continuita'  con  l'azienda

originaria, si  deve  ritenere ammissibile che la societa' per azioni conservi

l'agevolazione gia'     maturata    dall'azienda    speciale    prima    della

trasformazione.                                                              

                                                                              

       9. Coordinamento con altre agevolazioni fiscali                       

       D. Il    contribuente    dovra'   scegliere,   per   gli   investimenti

complessivamente effettuati,  se  fruire  del  credito  d'imposta (art 8 legge

388/2000) o della detassazione di cui alla Tremonti-bis.                     

       In presenza  di  un  programma  di investimento complessivo, realizzato

in un  solo  periodo  d'imposta  e  nell'ambito  territoriale  del mezzogiorno

d'Italia, il contribuente sceglie di usufruire del credito d'imposta.        

       Si chiede   se   per   gli   investimenti   non  agevolabili  con  tale

disposizione di  legge,  (acquisti  di  mobili e macchine ordinarie d'ufficio)

il contribuente possa accedere alla fruizione della Tremonti-bis.            

       R. L'ambito   soggettivo   di   applicazione   della  nuova  disciplina

agevolativa e'  individuato  all'articolo  4,  comma 1, della legge n. 383 del

18 ottobre 2001.                                                              

       L'agevolazione non   e'   collegata  al  singolo  investimento,  ma  al

soggetto che  lo  pone  in  essere  nell'ambito  di  attivita' di impresa o di

attivita' artistica  o  professionale;  ogni  contribuente deve optare per una

delle discipline  agevolative  previste  e tale scelta sottoporra' in toto gli

investimenti effettuati  alle  regole  del  regime  scelto. Se il contribuente

decide di  usufruire  del  credito  d'imposta,  e'  esclusa la possibilita' di

avvalersi della  Tremonti-bis  per gli investimenti la cui agevolazione non e'

prevista dall'art. 8 della legge 388/2000.                                   

                                                                              

       D. Il   computo   dell'incremento   patrimoniale  DIT,  effettuato  con

aumento di  capitale  o versamenti in conto capitale, va ragguagliato comunque

ad anno  solare  (365 giorni) o alla piu' breve durata del periodo considerato

ai fini del calcolo (1/1/2001 - 30/6/2001 pari a 181 giorni)?                

       R. Il  computo  dell'incremento  patrimoniale  DIT va ragguagliato alla

piu' breve  durata  del  periodo agevolabile. Il versamento effettuato in data

anteriore al  30.06.2001,  rileva  in  ogni  caso per la sola parte maturata a

tale data,   previo  ragguaglio  al  semestre,  come  di  seguito  illustrato.

Esempio: il  versamento  di  L.  1200,  effettuato il 31 marzo 2001, rileva in

misura pari a 1200:181 x 91.                                                  

                                                                             

       D. Come  noto,  ai  fini della Dual Income Tax l'incremento dei crediti

di finanziamento   infragruppo,   rispetto   alle   consistenze  iscritte  nel

bilancio relativo  al  periodo in corso al 30.9.1996, decurta l'incremento del

patrimonio netto  da  utilizzare  quale  base  di  calcolo  per l'applicazione

dell'aliquota agevolata.  A  seguito della "Manovra del 100 giorni", si chiede

se l'eventuale   decremento   del   credito   in  esame,  fino  a  concorrenza

dell'importo iscritto   nel   bilancio  relativo  all'esercizio  in  corso  al

30.06.1996, continui   ad   assumere  rilevanza  DIT,  aumentando  il  reddito

agevolato della societa' erogante il finanziamento.                          

       R. No.  Le  variazioni  in  aumento  del  reddito agevolato ai fini DIT

sono "congelate"   alla   data  del  30  giugno  2001.  Pertanto,  l'eventuale

decremento dell'ammontare  dei  crediti  di finanziamento rispetto all'importo

iscritto nel  bilancio  dell'esercizio  in  corso  al 30/09/1996 non puo' dare

luogo ad   incrementi  della  base  DIT  successivamente  al  30  giugno  2001

medesimo. Viceversa,  l'incremento  di  detti  crediti dovra' essere computato

in diminuzione del reddito "dittabile".                                      

Esempio numerico (esercizio coincidente con l'anno solare):                  

                                                                             

Base DIT al 31.12.2000                                                       

Totale variazione in aumento                    +    Lire 1.000              

Incremento di Lire 200 del credito                                           

v/controllata rispetto al 31.12.1996            -    Lire   200              

                                               _________________             

Reddito "dittabile"                             =    Lire   800              

                                                                              

Ipotizzando l'assenza  di  ulteriori incrementi rilevanti della base DIT e una

riduzione del  credito  verso  controllata  di Lire 150 intervenuto dopo il 30

giugno 2001,  alla  predetta  data  del 30 giugno 2001 la base agevolabile DIT

e' cristallizzata in Lire 800.                                               

                                                                             

a) Reddito "dittabile" al 31.12.2001                                         

che si sarebbe determinato secondo le originarie regole                      

                                                                             

Totale variazione in aumento                    +    Lire 1.000              

Incremento di Lire 50 del credito                                            

v/controllata rispetto al 31.12.1996            -    Lire    50              

                                                _______________              

Reddito "dittabile"                             =    Lire   950              

                                                                             

b) Reddito "dittabile" al 31.12.2001                 Lire  800               

per  effetto dell'entrata in vigore della legge "Tremonti-bis"               

                                                                             

        D. La  base  DIT  maturata  entro il 30.06.2001 non subisce variazioni

se si  distribuiscono  riserve  di  capitale  e  si  accantonano utili di pari

importo?

        R. Il  criterio  generale  che si evince dal testo normativo é che la

cosiddetta "base  dittabile"  maturata al 30.06.2001, non essendo suscettibile

di ulteriori incrementi, puo' soltanto diminuire.                            

        Infatti, nella   circolare  n.  90/E  del  17  ottobre  scorso  si  e'

chiarito che  non  assumono rilevanza ai fini DIT gli incrementi patrimoniali,

come gli   apporti   in   denaro,  effettuati  successivamente  alla  data  di

riferimento.                                                                  

        Pertanto, considerato  che  ai fini del calcolo della base DIT si deve

tener conto  soltanto  dei  decrementi patrimoniali subiti dopo il 30.06.2001,

nel caso  prospettato  la  base DIT subira' una diminuzione pari all'ammontare

delle riserve distribuite.                                                   

                                                                             

        D. Ai   fini   DIT   si   puo'  considerare  ancora  agevolabile  (non

usufruendo della   Tremonti-bis)   la   riclassificazione  degli  ammortamenti

anticipati anteriori   al  31/12/2000  e  successivi  al  30  settembre  1996,

effettuata nel  bilancio  2001,  ai  sensi  della legge n. 388 del 23 dicembre

2000 art.  6  comma  7 (entrata in vigore nel 2001) e della C.M. del 3 gennaio

2001, n.  1/E  punto  1.4.4.  Tenendo  conto  che,  nonostante sara' approvata

insieme al  bilancio  al  31.12.2001,  dovrebbe  avere  effetto dall'1.1.2001,

trattandosi di ammortamenti gia' effettuati negli esercizi precedenti?       

        R. Come  specificato  dalla  Circolare  n. 90/E, del 17/10/2001, punto

5.2, ai   fini   del  calcolo  dell'agevolazione  DIT  rilevano  soltanto  gli

incrementi patrimoniali  realizzati  entro  il  30  giugno  2001.  Nel caso in

esame, l'imputazione  degli  ammortamenti  anticipati  effettuati  in esercizi

precedenti alla   riserva  prevista  dall'art.  67,  comma  3,  del  TUIR  non

costituisce fattispecie  agevolabile  ai  fini  della  DIT; l'approvazione del

bilancio nel  corso  dell'anno 2002 pospone infatti l'incremento della riserva

al 1   gennaio  2002  e,  dunque,  ad  una  data successiva a quella in cui le

variazioni della base imponibile DIT si considerano validamente effettuate.  

                                                                              

        D. La   circolare   n.  90/E   dell'Agenzia  dell'Entrate  i  relativi

commenti degli  esperti  pubblicati dalla stampa specializzata nulla dicono in

relazione a  come  dovra' essere effettuato il calcolo dell'agevolazione Visco

per il primo semestre del 2001 in alternativa alla Tremonti-bis.             

      In particolare    sarebbe   opportuno   conoscere   l'orientamento   del

Ministero in  relazione  agli  ammortamenti  da  scomputare dall'importo degli

investimenti.                                                                

Tenuto conto  che  sono  agevolabili gli investimenti del solo primo semestre,

sembrerebbe logico  scomputare  gli  ammortamenti  di  6  mesi  e non l'intera

quota annuale.                                                               

        R. Il  contribuente  che  opta  per  l'agevolazione di cui all'art. 2,

commi da  8  a  13,  della  legge  n.  133  del  1999, nell'ipotesi di periodo

d'imposta coincidente  con  l'anno  solare,  terra' conto esclusivamente degli

investimenti operati  fino  al  30 giugno 2001 ed effettuera', di conseguenza,

i relativi calcoli sulla base degli ammortamenti ridotti alla meta'.         

                                                                              

        D.    Si  chiede  se sia possibile scegliere per il 2001 (1  semestre)

la Visco e per l'esercizio 2002 la Tremonti-bis.                             

        R. Si.  E'  possibile  effettuare  una scelta diversa per ogni singolo

esercizio.                                                                   

                                                                             

        10. Acconti                                                           

        D. La  circolare  n.  90/E  del  17/10/2001 stabilisce la misura degli

acconti da  versare  nel  corso  del secondo periodo d'imposta di applicazione

dell'agevolazione. Si  chiede  se  l'acconto  di Novembre 2001, in presenza di

agevolazione Tremonti-bis, possa essere ricalcolato.                         

        R. La  determinazione  dell'acconto  relativo  ai periodi d'imposta in

cui il  contribuente  puo'  fruire  dell'agevolazione  (anni  2001  e  2002 in

ipotesi di  periodo  d'imposta  coincidente  con  l'anno  solare), puo' essere

effettuata prendendo   a   base  di  calcolo  l'imposta  relativa  al  reddito

calcolato al   netto  dell'agevolazione  stessa,  ossia  tenendo  conto  della

riduzione di  base  imponibile  derivante  dall'applicazione  delle  norme  in

commento.                                                                    

        Solo con  riguardo  al  secondo  periodo d'imposta successivo a quello

in corso  alla  data  di  entrata  in  vigore  della legge (2003 in ipotesi di

periodo d'imposta  coincidente  con  l'anno solare), l'acconto sara' calcolato

sull'imposta determinata senza considerare l'agevolazione Tremonti-bis.      

        Si precisa  che  in  virtu'  del disposto dell'art. 2, comma 12, della

citata legge  13  maggio  1999, n. 133, come modificata dall'articolo 3, comma

1, lettera c), della legge 21 novembre 2000, n.342:                          

l'acconto dovuto  per  il  periodo d'imposta 2001, calcolato secondo il metodo

"storico", dovra'    essere   effettuato   senza   considerare   gli   effetti

dell'agevolazione di  cui  dell'art. 2, commi da 8 a 13, della legge 13 maggio

1999, n. 133, eventualmente fruita per il 2000;                              

il calcolo  dell'acconto  secondo  il  metodo  "previsionale",  qualora per il

periodo d'imposta  2001  si  opti  per l'agevolazione di cui alla legge n. 133

del 1999,  dovra'  essere  effettuato  senza  tenere  conto  dell'agevolazione

stessa.                                                                       

                                                                             

        11. Revoca                                                           

        D. In  caso  di  cessione  del  bene  agevolato  entro  il  periodo di

"sorveglianza"  rileva   come   sopravvenienza   l'intero   corrispettivo   di

vendita, nel  limite  del  valore  gia'  precedentemente  agevolato, oppure e'

possibile abbattere   ulteriormente   la   sopravvenienza   tenendo  conto  di

eventuali acquisti  di  beni  oggettivamente  agevolabili operati nel medesimo

periodo?                                                                     

        R. Come  affermato  nella recente circolare n. 90/E, in caso di revoca

del beneficio,  il  reddito  imponibile,  relativo  all'esercizio  in  cui  si

verifica uno  degli  eventi previsti nel comma 6 della legge agevolativa, deve

essere aumentato  avuto  riguardo  al  corrispettivo  dei  beni  ceduti,  o al

valore normale  dei  beni dismessi, destinati al consumo personale o familiare

dell'imprenditore o  del  lavoratore autonomo, assegnati ai soci o destinati a

finalita' estranee  all'esercizio  dell'impresa  o  dell'attivita'  di  lavoro

autonomo.                                                                     

        La variazione   in   aumento  sara'  determinata  in  misura  pari  al

corrispettivo o   al   valore  normale  dei  beni  fino  a  concorrenza  della

variazione in  diminuzione  effettuata  nel periodo in cui e' stato realizzato

l'investimento, per la parte ad esso riferibile.                             

                                                                             

Esempio:                                                                     

Periodo d'imposta 2002                                                        

Investimento lordo                                         + Lire    1000    

(acquisto di 10 beni per un valore unitario di Lire 100)                     

                                                                              

cessioni                                                   - Lire     430    

                                                           ________________  

Investimento netto                                         = Lire     570    

                                                                             

Media investimenti quinquennio precedente                    Lire     230    

Eccedenza netta                                              Lire     340    

Reddito detassato (50% di lire 340)                          Lire     170    

                                                                             

Periodo d'imposta 2003                                                       

Uno dei  10  beni  acquistati nel periodo precedente viene ceduto per lire 70,

la variazione  in  aumento  sara'  pari  al  minore  importo  tra  70 e quello

corrispondente al  valore  con  cui il bene ceduto ha concorso alla variazione

in diminuzione  nel  2002,  pari al peso percentuale del bene sul totale degli

investimenti lordi del periodo d'imposta 2002.                               

                                                                             

Variazione in diminuzione 2002                                                

(10% del reddito detassato, pari a lire 170)                 Lire      17    

valore del disinvestimento                                   Lire      70    

                                                                             

Variazione in aumento 2003                                   Lire      17    

                                                                             

                                                                             

        In ogni  caso,  si  esclude  che possa assumere rilevanza il rimpiazzo

dei beni  ceduti  attraverso  l'acquisto  di  beni  oggettivamente agevolabili

operato nel  medesimo  periodo,  in  quanto  non  espressamente previsto dalla

legge.                                                                        

                                                                             

        D. Il  trasferimento  di  un bene operato nel contesto di una cessione

o di  un  conferimento  di  azienda,  in  quanto  rientrante  in un piu' ampio

schema di  riorganizzazione  aziendale,  non  determina  l'applicazione  della

disposizione antielusiva.                                                    

        Rimane il  dubbio  in riferimento ad un'operazione di cessione di beni

effettuata nell'ambito  della  cessione  dell'unica  azienda  con  contestuale

cessazione dell'impresa.                                                     

        R. Il  principio  enunciato risulta valido anche nel caso prospettato.

La cessione   del   bene  effettuata  nell'ambito  della  cessione  dell'unica

azienda non determina automaticamente la revoca dell'agevolazione.           

                                                                             

        D. In   caso   di   revoca,   un   elemento   indispensabile   per  la

determinazione della  quota  proporzionalmente  attribuibile al bene ceduto e'

costituito "dalla  variazione  in diminuzione effettuata nel periodo in cui e'

stato realizzato l'investimento".                                             

        Considerato che  la  variazione in diminuzione puo', per le imprese in

contabilita' semplificata   e  per  gli  esercenti  arti  e  professioni,  non

trovare capienza   nel   reddito  complessivo  dichiarato  e  venire  "persa",

qual'e' l'importo che si recupera a tassazione per questi contribuenti?      

        R. Nell'ipotesi  in  cui  si  verificano  i  presupposti per la revoca

dell'agevolazione, il  recupero  a  tassazione  deve  avvenire con riguardo al

beneficio effettivamente  fruito  dal  contribuente. Pertanto, con riferimento

alle imprese   in   contabilita'   semplificata   e   agli  esercenti  arti  e

professioni, resta   escluso  dal  recupero  l'importo  eccedente  il  reddito

complessivo che di fatto non ha comportato alcuna agevolazione.              

                                                                             

        Gli uffici  in  indirizzo  sono  pregati di dare la massima diffusione

al contenuto della presente circolare.