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Roma, 31 agosto 2007

 

Circolare n. 131/2007

 

Oggetto: Porti – Nulla Osta Sanitario per l’importazione di prodotti alimentari – Aumenti dall’8.9.2007 – Intervento della Confetra – D.M. 6.6.2007, su G.U. n.196 del 24.8.2007.

 

Il decreto in oggetto, che dovrebbe entrare in vigore l’8 settembre prossimo, ha disposto un abnorme aumento del costo del Nulla Osta Sanitario per l’importazione  dei prodotti alimentari i cui valori passeranno mediamente da 6,33 a 250 euro a container.

 

Come riportato dagli organi di stampa, la Confetra è intervenuta sul Ministro della Sanità Livia Turco per chiedere la revoca del provvedimento che, se confermato, rischierebbe di tagliare fuori dal grande traffico internazionale dei prodotti alimentari tutta la portualità italiana.

 

Si fa riserva di tornare sull’argomento per comunicare gli ulteriori sviluppi.

 

f.to dr. Piero M. Luzzati

Allegati due

 

M/n

 

 

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G.U. n. 196 del 24.8.2007 (fonte Guritel)

 

MINISTERO DELLA SALUTE

DECRETO 6 giugno 2007

Aggiornamento  degli importi delle tariffe e dei diritti spettanti al
Ministero  della  salute  per  le  prestazioni  rese  a  richiesta ed
utilita' dei soggetti interessati.
 
                      IL MINISTRO DELLA SALUTE
 
    Visto  l'art.  5, comma 12, della legge 29 dicembre 1990, n. 407,
che  dispone  che con decreto del Ministro della sanita' sono fissate
le  tariffe  ed  i  diritti  spettanti al Ministero della sanita' per
prestazioni  rese  a  richiesta  e utilita' dei soggetti interessati,
tenendo conto del costo reale dei servizi resi e del valore economico
delle operazioni di riferimento;
    Visto  il  decreto  ministeriale 14 febbraio 1991, pubblicato nel
supplemento  ordinario  alla Gazzetta Ufficiale del 15 marzo 1991, n.
63,  con  il quale sono stati stabiliti le tariffe e i diritti per le
prestazioni  rese  a richiesta ed utilita' di soggetti interessati da
parte del Ministero della sanita';
    Visto  il  decreto  ministeriale 19 luglio 1993, pubblicato nella
Gazzetta   Ufficiale   del  24 luglio  1993,  n.  172,  e  successive
modificazioni,  che  ha  sostituito  l'allegato  1 del citato decreto
ministeriale 14 febbraio 1991;
    Visto  il  decreto  ministeriale 23 aprile 2003, pubblicato nella
Gazzetta    Ufficiale    dell'11 agosto   2003,   n.   185,   recante
l'aggiornamento  delle  tariffe  di  competenza  del  Ministero della
salute riferite al settore della prevenzione sanitaria;
    Ravvisata  la  necessita'  di procedere ad un aggiornamento delle
tariffe  e  dei  diritti  per le prestazioni rese dal Ministero della
salute  nel settore della prevenzione sanitaria e di introdurre nuovi
diritti;
    Tenuto  conto  del  costo dei servizi resi e del valore economico
delle operazioni di riferimento;
 
                              Decreta:
 
                               Art. 1.
    1.  L'allegato 1 al decreto 23 aprile 2003 citato in premessa, e'
sostituito  dall'allegato  1  che  e'  parte  integrante del presente
decreto.
    Il  presente  decreto  sara'  pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
della  Repubblica  italiana  ed  entrera'  in  vigore il quindicesimo
giorno dalla pubblicazione.
 
      Roma, 6 giugno 2007
 
                                                   Il Ministro: Turco
  
 
 
 

 

 

 

 

 

RASSEGNA STAMPA

 

 

Il Sole 24 Ore (31.8. 2007)

Confetra contro il Ministro Turco

Confetra, la confederazione italiana dei trasporti e della logistica, chiede al Governo di revocare il provvedimento del Ministro della Salute Livia Turco relativo all'incremento del costo del Nulla Osta Sanitario (aumentato di 35 volte, da 7 a 250 euro a container) che, dice la confederazione, «taglierà fuori dal traffico internazionale dei prodotti alimentari tutta la portualità italiana».

 

 

Il Secolo XIX (31.8. 2007)

Arriva la gabella sul caffè

rincarano di 40 volte i costi dei controlli sanitari

Il ministero della Salute ha deciso di portare la "tassa " da 6 a 250 euro

Gli spedizionieri: follia, errore nelle tabelle, pagheranno i consumatori

 

Genova. Potrebbe essere ribattezzata la gabella del caffè ma, in verità, riguarda tutti gli alimenti e le bevande importate in Italia dall'estero. Quando gli spedizionieri che operano nei porti italiani ne sono venuti a conoscenza, sono saltati sulla sedia: «Ci deve essere un errore» hanno pensato in molti. Se non lo fosse, i porti italiani sarebbero di fatto tagliati fuori dal traffico internazionale dei prodotti alimentari.

Sino a ieri gli importatori pagavano, per alimenti e bevande, 6,33 euro per ogni rilascio di nulla osta-certificazione sanitaria. Con le tabelle pubblicate in Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 agosto, il ministero della Salute ha "ritoccato" la tariffa a 250 euro, fissando al 10 settembre l'entrata in vigore delle nuove quote. Si tratta di un aumento che sfiora il 4.000% per una procedura che, nel 95% dei casi, è limitata al rilascio di un timbro, visto che i container realmente sottoposti a controllo sanitario sono il 5%.

A Genova l'associazione degli spedizionieri, che ha fissato per la prossima settimana un incontro col ministero competente, ha fatto due conti, prendendo ad esame il caso del caffè. Nel 2006 sono state importate in Italia 416.000 tonnellate, pari a 41.600 lotti. Moltiplicato per 6,33 euro (la vecchia tariffa) fanno 263.328 euro a carico degli importatori. Moltiplicato per 250 (nuova tariffa) si arriva a 10 milioni e 400.000 euro.

«È la dimostrazione che a livello di governo c'è una disarticolazione grave nel considerare i costi che incidono sulla competitività dei porti: una misura del genere ammazza ogni ambizione di rilancio vanificando gli sforzi di adeguamento delle infrastrutture - denuncia Piero Lazzeri, presidente degli spedizionieri genovesi - e comunque aumenti del genere finiscono per incidere sui consumatori».

L'enormità dell'aumento, tuttavia, ha convinto diversi operatori che forse si tratta di un errore nella compilazione delle tabelle. «Spero proprio sia una svista nella stesura del testo - sbotta Alfonso Clerici, terminalista a Genova nel settore della frutta -, perché se mai fosse un errore politico nel sottovalutare l'impatto che una norma del genere ha sui traffici, beh, c'è da mettersi le mani nei capelli». Sulla stessa linea Romani, spedizioniere attivo a Genova nel settore del caffè.

Sul piede di guerra anche Confetra, confederazione generale dei trasporti e della logistica: «Colpire così la competitività degli scali italiani, che si gioca sulle poche decine di euro, rispetto la concorrenza slovena o francese sul transito dei prodotti alimentari provenienti dall'Africa o dell'Oriente, è da autolesionisti».

Samuele Cafasso

31.8. 2007

Libero Mercato (31.8. 2007)

Il nulla osta rincara di 35 volte Confetra : «Così si uccidono i porti italiani»

La decisione del ministro della Sanità Livia Turco di aumentare di 35 volte il costo del nulla osta sanitario, che passa da 7 euro a 250 euro a container, «taglierà fuori dal grande traffico internazionale dei prodotti alimentari tutta la portualità italiana». È quanto afferma, in un comunicato, Confetra, la confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica. Per il presidente Pietro Vavassori, «colpire così la competitività degli scali italiani che si giocano sulla decina di euro per container la concorrenza slovena o francese sul transito dei prodotti alimentari, è da autolesionisti».

L'aumento esponenziale di costi, secondo la Confetra, «fa seguito a un provvedimento del 2003 che ha allungato a dismisura l'elenco dei prodotti soggetti a nulla osta sanitario, inserendo accanto agli alimentari anche tutti i beni soggetti ad entrare in contatto con i prodotti alimentari stessi, come bottiglie di vetro o carta da confezionamento. La Confetra ha chiesto al Governo di revocare il provvedimento per evitare danni «ingentissimi alla portualità e alla logistica italiana».

31.8. 2007

 

 

 

ADNKRONOS (30.8. 2007)

PORTI: CONFETRA, ITALIA TAGLIATA FUORI DAL TRAFFICO INTERNAZIONALE PRODOTTI ALIMENTARI

''Colpire così la competitività degli scali italiani, che si giocano sulla decina di euro per container la concorrenza slovena o francese sul transito dei prodotti alimentari provenienti dall'Africa o dell'Oriente, è da autolesionisti'': così il Presidente di Confetra Vavassori commenta la decisione del ministero della Sanità di aumentare di 35 volte il costo del Nulla Osta Sanitario che , passando da 7 euro a 250 euro a container, a suo giudizio 'taglierà' di fatto fuori dal grande traffico internazionale dei prodotti alimentari tutta la portualità italiana''.

Secondo la Confetra ''Questo aumento esponenziale di costi fa seguito ad un provvedimento del 2003 che ha allungato a dismisura l'elenco dei prodotti soggetti a Nulla Osta Sanitario, inserendo accanto agli alimentari anche tutti quei beni eventualmente soggetti ad entrare in futuro in contatto con i prodotti alimentari stessi, come bottiglie di vetro o carta da confezionamento. Il costo di 250 euro a Nulla Osta e' tanto piu' ingiustificato, a meno che non lo si voglia considerare un dazio, dal momento che solo il 5% dei container viene sottoposto a visita sanitaria, mentre il restante 95% pagherà salatissimo un servizio il cui costo reale è zero''. La Confetra ha chiesto al Governo di revocare ''questo infelice provvedimento per evitare danni ingentissimi alla portualità e alla logistica italiana''.

 

 

APCOM (30.8. 2007)

TRASPORTI/CONFETRA: NO AD AUMENTI SU NULLA OSTA SANITARIO 

Il governo ci ripensi, così nostri scali non sono competitivi Roma, 30 ago. (Apcom) - La decisione del ministro della Sanità Livia Turco di aumentare di 35 volte il costo del Nos (Nulla osta sanitario), che passa da 7 euro a 250 euro a container, "taglierà di fatto fuori dal grande traffico internazionale dei prodotti alimentari tutta la portualità italiana". E' quanto afferma, in un comunicato, Confetra, la confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica. Per il presidente Pietro Vavassori, "colpire così la competitività degli scali italiani che si giocano sulla decina di euro per container la concorrenza slovena o francese sul transito dei prodotti alimentari provenienti dall'Africa o dell'Oriente, è da autolesionisti". L'aumento esponenziale di costi, secondo la confederazione, "fa seguito ad un provvedimento del 2003 che ha allungato a dismisura l'elenco dei prodotti soggetti a nulla osta sanitario, inserendo accanto agli alimentari anche tutti quei beni eventualmente soggetti ad entrare in futuro in contatto con i prodotti alimentari stessi, come bottiglie di vetro o carta da confezionamento. Il costo di 250 euro a nulla osta - aggiunge - è tanto più ingiustificato, a meno che non lo si voglia considerare un dazio, dal momento che solo il 5% dei container viene sottoposto a visita sanitaria, mentre il restante 95% pagherà salatissimo un servizio il cui costo reale è zero". La Confetra ha chiesto al Governo di revocare il provvedimento per evitare danni "ingentissimi alla portualità e alla logistica italiana".