Lettera del Presidente Confetra Aldo Gatti alle Commissioni Affari Esteri, Lavori Pubblici e Ambiente del Senato della Repubblica del 29.01.2003

 

Oggetto: Protocolli attuativi della Convenzione delle Alpi – Atto S 1842

 

Egregio Senatore,

            in relazione all’esame da parte della Sua Commissione del disegno di legge indicato in oggetto, ritengo doveroso illustrarLe i motivi del dissenso della nostra Confederazione alla ratifica del Protocollo Trasporti: ratificarlo significherebbe, infatti, pregiudicare lo sviluppo del commercio estero italiano.

Quando si cominciò a elaborare la Convenzione delle Alpi (fine anni ’80) il volume dei flussi commerciali tra i Paesi europei era 1/3 rispetto a oggi; allora esistevano ancora le barriere doganali e il passaggio da uno Stato all’altro era impegnativo a prescindere dalle caratteristiche geografiche. Il Protocollo, fotografando quella realtà, fissò dei princìpi oggi inaccettabili per il nostro Paese.

Dopo 15 anni le infrastrutture di allora, sostanzialmente invariate, stanno raggiungendo il limite di saturazione con già evidenti segni di intasamento e, secondo le stime della stessa UE, quelle infrastrutture non saranno in grado di assorbire i maggiori volumi di traffico che si aggiungeranno tra pochi anni. Nello scenario europeo, con una economia globalizzata che impone la massima mobilità dei beni e delle persone, sottoscrivere il divieto di costruzione di grandi vie di comunicazione attraverso le Alpi significa autoescludersi da qualsiasi prospettiva di sviluppo del grande  mercato europeo.

Al contrario, il nostro Paese deve impegnarsi per la piena liberalizzazione del transito attraverso l’arco alpino affermando il primato politico dell’Italia in materia di Alpi: nessuno mette in discussione le istanze ambientaliste, ma esse devono servire per ricercare la soluzione ecologicamente più corretta al problema dei valichi alpini e non per negarne l’esistenza e l’urgenza.

Inoltre sarebbe incomprensibile che l’Italia ratificasse un siffatto Protocollo quando ancora la maggior parte degli altri Stati alpini e la stessa UE non lo hanno fatto.

            RingraziandoLa per l’attenzione, resto a Sua disposizione per qualsiasi approfondimento ritenesse utile e Le porgo cordiali saluti


f.to il Presidente Aldo Gatti