Confederazione Generale
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Roma, 12 febbraio 2003
Circolare n. 18/2003
Oggetto: Attività confederale – Emergenza valichi.
La Confetra è
intervenuta sul Senato per manifestare l’assoluto dissenso alla ratifica del
Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi.
E’
infatti imminente da parte delle Commissione Affari Esteri del Senato
l’inizio dell’esame del disegno di legge di ratifica dei protocolli attuativi
della Convenzione già approvato dalla Camera dei Deputati nel novembre scorso.
La Confetra ha sottolineato come il Protocollo Trasporti sia nato 15 anni
fa quando il volume dei flussi commerciali tra i Paesi europei era 1/3 rispetto
ad oggi e quando esistevano ancora le barriere doganali che rendevano il
passaggio da uno Stato all’altro impegnativo a prescindere dalle
caratteristiche geografiche. I principi fissati dal Protocollo sono oggi
inaccettabili per il nostro Paese.
La centralità del
problema dell’attraversamento delle Alpi per il commercio estero italiano è stato ribadito dal Presidente confederale Aldo Gatti al
recente convegno Cnel su “La valorizzazione del sistema Italia nel processo di integrazione
europea”, presenti i ministri delle Politiche Comunitarie Buttiglione,
dell’Ambiente Matteoli e il sottosegretario agli
Affari Esteri Baccini.
Il Presidente Gatti ha chiesto che l’Italia utilizzi il prossimo semestre di
presidenza europea per mettere un punto fermo su questo fondamentale e
delicatissimo argomento, rammentando che l’Italia – circondata dal mare su tre
lati e dalla catena alpina sul quarto lato – è come un “fondo occluso” che ha diritto di passaggio sui fondi confinanti.
f.to dr. Piero M. Luzzati |
Per riferimenti confronta circ.re conf.le n.90/2002 |
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Allegati due |
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D/d |
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Lettera del
Presidente Confetra Aldo Gatti alle Commissioni Affari Esteri, Lavori Pubblici
e Ambiente del Senato della Repubblica del 29.01.2003
Oggetto: Protocolli
attuativi della Convenzione delle Alpi – Atto S 1842
Egregio Senatore,
in relazione all’esame da parte della Sua Commissione del
disegno di legge indicato in oggetto, ritengo doveroso illustrarLe i motivi del
dissenso della nostra Confederazione alla ratifica del Protocollo Trasporti:
ratificarlo significherebbe, infatti, pregiudicare lo sviluppo del commercio
estero italiano.
Quando si cominciò a elaborare la Convenzione
delle Alpi (fine anni ’80) il volume dei flussi commerciali tra i Paesi europei
era 1/3 rispetto a oggi; allora esistevano ancora le barriere doganali e il
passaggio da uno Stato all’altro era impegnativo a prescindere dalle caratteristiche
geografiche. Il Protocollo, fotografando quella realtà, fissò dei princìpi oggi inaccettabili per il nostro Paese.
Dopo 15 anni le infrastrutture di
allora, sostanzialmente invariate, stanno raggiungendo il limite di saturazione
con già evidenti segni di intasamento e, secondo le
stime della stessa UE, quelle infrastrutture non saranno in grado di assorbire
i maggiori volumi di traffico che si aggiungeranno tra pochi anni. Nello
scenario europeo, con una economia globalizzata
che impone la massima mobilità dei beni e delle persone, sottoscrivere il
divieto di costruzione di grandi vie di comunicazione attraverso le Alpi significa
autoescludersi da qualsiasi prospettiva di sviluppo
del grande mercato europeo.
Al contrario, il nostro Paese deve
impegnarsi per la piena liberalizzazione del transito attraverso l’arco alpino
affermando il primato politico dell’Italia in materia di Alpi:
nessuno mette in discussione le istanze ambientaliste, ma esse devono servire
per ricercare la soluzione ecologicamente più corretta al problema dei valichi
alpini e non per negarne l’esistenza e l’urgenza.
Inoltre sarebbe incomprensibile che
l’Italia ratificasse un siffatto Protocollo quando ancora la maggior parte
degli altri Stati alpini e la stessa UE non lo hanno
fatto.
RingraziandoLa
per l’attenzione, resto a Sua disposizione per qualsiasi approfondimento ritenesse
utile e Le porgo cordiali saluti
Il Presidente
f.to.Aldo Gatti
CNEL 10 FEBBRAIO 2003
LA VALORIZZAZIONE DEL
SISTEMA–ITALIA NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA
Traccia di intervento
del Presidente CONFETRA CAVALIERE DEL LAVORO ALDO GATTI
1. Non credo di andare fuori
dal tema di questo Convegno parlandovi delle Alpi e dei suoi valichi: Confetra
vuole portare un contributo di natura tecnica e politica.
Le Alpi sono un patrimonio ma anche un
problema principalmente italiano. La Francia, la
Svizzera, l’Austria e la Slovenia ne hanno ciascuno un pezzettino noi le
abbiamo tutte dalle marittime alle Giulie quindi le Alpi ed i valichi Alpini
sono un elemento basilare nel processo di integrazione Europea.
2. Oggi per l’Italia i
grandi temi europei sul tappeto sono 3:
æ
l’allargamento
UE da 15 a 25 Paesi;
æ
la
conseguente necessità di riscrivere la carta costituzionale europea;
æ
il
prossimo semestre di Presidenza italiana.
3. Il mondo del trasporto e della spedizione
è incondizionatamente favorevole all’allargamento dell’Europa: per questioni
sentimentali, di pace, di cultura, di civiltà, ma anche per questioni di business.
Le aziende e le categorie rappresentate dalla Confetra vivono di interscambi commerciali; basta osservare la crescita del
traffico con i paesi dell’est europeo dopo la caduta del muro di Berlino, per
comprendere quanto bene abbia fatto la conversione democratica di quei paesi.
Quando, entrando nell’UE, essi armonizzeranno i loro sistemi secondo le nostre
regole di base in campo legale, commerciale, amministrativo, sindacale e
doganale, quei traffici subiranno una ulteriore
impennata, l’Europa ne trarra’ vantaggio.
Nasceranno nuovi flussi commerciali, si consolideranno nuovi bacini di
traffico, si creeranno nuove filiere logistiche: saranno necessari forti
investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture ferroviarie e
autostradali. Sarà nostro compito di operatori
italiani cogliere queste opportunità senza soccombere alla aggressività
colonizzatrice delle multinazionali del Nord-Europa.
4. Una Unione di 25 Paesi per funzionare deve
darsi istituzioni nuove ed efficienti, abbandonando l’equivalenza giuridica di
testi redatti in 20 lingue diverse, abbandonando il principio dell’unanimità,
attribuendo agli organi centrali (Parlamento e Commissione) reali poteri
politici, rinunciando corrispondentemente ad un po’
di sovranità nazionale, avvicinandosi in definitiva al modello di una Unione
Federale.
5. La sorte concede al nostro Paese di
presiedere l’Europa proprio nel periodo di trapasso dalle vecchie alle nuove
istituzioni attraverso una Carta Costituzionale Europea che sarà la diretta
conseguenza dei trattati di Roma.
6. In questo scenario, il mondo del trasporto
e della logistica rappresentato dalla Confetra sta da anni sensibilizzando le
forze politiche su un tema che noi riteniamo centrale per le reali prospettive dell’Italia nel processo di integrazione europea: l’attraversamento delle Alpi.
7. In aggiunta a quanto già
accennato dall’Ambasciatore Vattani aggiungo alcuni
dati: nel 1965 il volume del traffico merci attraverso le Alpi, su strada e su
rotaia, è stato di 40 milioni di tonnellate. Ci sono voluti 25 anni (1990) per
raddoppiare quel volume (80 milioni di tonnellate), ma già nel 2001, dopo soli
10 anni, era di nuovo quasi raddoppiato (150 milioni
di tonnellate). E’ stato calcolato che, a seconda del
tasso di sviluppo economico dei prossimi anni, gli attuali valichi alpini
stradali e ferroviari saranno saturati dal traffico merci tra il 2007 e il
2012.
8. Nel frattempo stiamo forse costruendo
nuove vie che ci consentiranno di continuare a stare al passo con l’Europa,
come la terza corsia al Brennero e la seconda canna al
Frejus? La risposta è negativa.
9. Siamo addirittura costretti a respingere i
continui attacchi alla libera circolazione, attraverso gli attuali valichi, che
ci provengono dalla Francia (v. Monte Bianco,
Monginevro, Maddalena), dalla Svizzera (v. Gottardo), dall’Austria (v.
Brennero), sulla base di argomentazioni in materia di sicurezza e di tutela
ambientale, speciose e arbitrarie.
10. La stessa famigerata Convenzione delle
Alpi, con il Protocollo Trasporti che vieta la costruzione di qualsiasi nuova
infrastruttura viaria transalpina, attualmente
all’esame del Parlamento per la ratifica, suona oggi come una intollerabile
penalizzazione a danno della sola Italia.
Signor Ministro, Signori Parlamentari, non
dobbiamo ratificarla!
11. Tutti sembrano dimenticare una verità
incontestabile:
æ
L’Italia
circondata dal mare su tre lati e dalla catena alpina sul quarto lato è come un
“fondo occluso” che ha diritto di passaggio sui fondi confinanti: negarci quel
passaggio o anche solo rendercelo difficoltoso è atto illegittimo sanzionato
dal diritto internazionale .
12. La tutela dell’ambiente alpino, che è
preoccupazione innanzitutto italiana non si persegue
inibendo il passaggio ai veicoli commerciali come vorrebbero i falsi
ecologisti, ma costruendo infrastrutture ecocompatibili
con tutte le accortezze e gli accorgimenti necessari per non danneggiare
l’equilibrio naturale dell’ambiente.
13. Il tema dei valichi alpini è, e diventerà
sempre più, vitale per l’economia italiana e per le sue prospettive di sviluppo.
Deve conseguentemente diventare l’argomento strategico della nostra politica
estera, il tema cui condizionare gran parte delle nostre opzioni
internazionali. La Confetra chiede che l’Italia utilizzi il prossimo semestre
di Presidenza europea per metter un punto fermo su questo fondamentale e
delicatissimo argomento.
In tal
senso mi appello caldamente alla sensibilità del Ministro Buttiglione per ottenere
all’interno del nostro Governo e all’interno dell’Unione Europea (ove Lei,
Signor Ministro, è la nostra voce istituzionale) che questo tema sia veramente
affrontato con spirito positivo e per trovare
rapidamente soluzioni a noi favorevoli.
FINE TESTO