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Roma, 2 novembre 2005
Circolare n.131/2005
Oggetto: Politiche comunitarie - Piano Italiano per la Strategia di Lisbona.
Il Governo ha
definitivamente approvato il Piano per la crescita e lo sviluppo per
l’attuazione della Strategia di Lisbona,
l’accordo siglato nel 2000 dagli Stati UE per rilanciare l’economia e
l’occupazione.
Come aveva auspicato
la Confetra negli incontri preparatori avuti con il Governo, il Piano è incentrato
sugli interventi per il potenziamento delle infrastrutture e lo sviluppo della
logistica cui sono stati assegnati 31,3 miliardi di
euro su uno stanziamento totale di 46,4 miliardi di euro.
In particolare i
finanziamenti saranno indirizzati ai progetti per la realizzazione delle reti
TEN-T Italia che riguardano i corridoi ferroviari Berlino-Palermo, Lisbona-Budapest
e Genova-Rotterdam. Inoltre risorse saranno destinate
alle misure che rientrano nel progetto delle Autostrade del mare, quali l’ecobonus alle
imprese di autotrasporto che trasferiscono il traffico
dal tutto-strada
al combinato strada-mare (incentivo introdotto dalla legge 265/2002 non ancora usufruibile)
e il potenziamento degli impianti e delle piattaforme portuali.
Secondo le stime l’attuazione del Piano dovrebbe portare un incremento
occupazionale dell’ordine di 200 mila posti di lavoro.
f.to dr. Piero M. Luzzati |
Per riferimenti confronta circ.re conf.le n.85/2005. |
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Allegato uno |
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M/d |
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PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Dipartimento per le Politiche Comunitarie
PICO-Piano
per l’Innovazione, la Crescita e l’Occupazione
Piano italiano in attuazione del rilancio della
Strategia europea di Lisbona
Roma, 14 ottobre 2005
Premessa
Nel 2000, il Consiglio europeo di Lisbona ha individuato
nella costruzione della più avanzata società basata sulla conoscenza il
fondamento della strategia di sviluppo dell’Unione
affidando ai paesi membri il compito di darne piena attuazione entro il 2010. A metà percorso, il Consiglio europeo del giugno 2005 ha
manifestato insoddisfazione per i risultati raggiunti e deciso un rilancio
della Strategia di Lisbona perfezionando le procedure di esecuzione e
coinvolgendo più direttamente la Commissione nel perseguimento dell’obiettivo.
Nelle istruzioni impartite dal Consiglio europeo è stato chiesto ai paesi
membri di presentare un loro Piano di attuazione
tenendo conto delle peculiarità economiche e sociali nazionali e di 24
linee-guida elaborate dagli organi dell’Unione.
Partendo da questi presupposti, l’Italia ha elaborato il
proprio Piano, innestando alcune scelte capaci di far avanzare la frontiera
della conoscenza e della tecnologia su quanto è stato fatto finora in attuazione
della Strategia di Lisbona.
Peculiarità dell’economia italiana
L’economia italiana presenta una preponderanza di
produzioni tradizionali realizzate da imprese di piccole dimensioni a
conduzione familiare vulnerabili alla competizione di prezzo. Le produzioni di elevata qualità (il made in Italy) sono invece vulnerabili alla competizione sleale
(contraffazioni). Sono inoltre presenti dualismi territoriali e settoriali accentuati.
La nostra società civile è a sua volta caratterizzata da
modi di soddisfazione delle esigenze solidaristiche
tali da incidere significativamente nella struttura dei bilanci pubblici e
nell’azione delle imprese private, peraltro già gravate dai costi della sovraregolamentazione esistente.
A seguito delle consultazioni effettuate e dei lavori
svolti, le 24 linee-guida indicate dal Consiglio europeo sono state raggruppate
in cinque categorie operative prese come obiettivi prioritari del Piano in un
quadro di stabilità monetaria e fiscale:
·
l’ampliamento dell’area di libera scelta dei cittadini e delle imprese;
·
l’incentivazione della ricerca scientifica e dell’innovazione
tecnologica;
·
il rafforzamento dell’istruzione e della formazione del capitale umano;
·
l’adeguamento delle infrastrutture materiali e immateriali;
·
la tutela ambientale.
Il Piano proposto indica che cosa lo Stato intende fare
per migliorare le condizioni di ambiente economico e
sociale al fine di propiziare crescita e occupazione, ma soprattutto si
prefigge di ampliare le libertà di scelta dei cittadini affinché essi possano
fare ciò che sanno e vogliono fare.
I produttori e i lavoratori saranno i beneficiari primi
delle scelte, ma saranno i consumatori a essere i
maggiori beneficiari finali.
Il Piano comprende due categorie di interventi:
provvedimenti aventi validità generale per il sistema economico e progetti
specifici con ricadute positive sulla produttività e competitività
dell’economia italiana.
I principali provvedimenti aventi
validità generale consistono:
·
in una più ampia liberalizzazione dell’offerta nel settore dei servizi
in linea con gli orientamenti e le decisioni che sono in via di definizione in
sede europea; una più libera espressione sia del mercato nei settori indicati
dall’Autorità garante della concorrenza e dalle Autorità di settore, sia dei
prezzi per l’intera economia; una più efficace legislazione per prevenire le
frodi in materia comunitaria e per contrastare le contraffazioni al fine di
ridurre le distorsioni che esse generano nel funzionamento dei mercati;
·
in un miglioramento delle prestazioni della pubblica amministrazione e
un contenimento dei suoi costi, prendendo come base di riferimento il Codice
per l’amministrazione digitale già approvato e il Sistema pubblico di connettività in via di attuazione;
·
nella creazione di un contesto normativo propizio agli investimenti,
all’innovazione e allo sviluppo tramite una significativa riduzione della
quantità di legislazione esistente ed un miglioramento della sua qualità (better regulation), per incidere
sugli oneri regolatori e amministrativi che gravano sulle imprese e sui
cittadini;
·
in una migliore normativa concernente la vita delle piccole imprese e
dei distretti produttivi, allo scopo sia di accrescere la consapevolezza
dell’importanza delle tecnologie digitali e del loro uso a fini innovativi di
processo e di prodotto, sia di promuovere un nuovo equilibrio tra flessibilità
e sicurezza del lavoro, sia di proteggere i brevetti e la collocazione dei
prodotti e degli investimenti all’estero;
·
nella piena valorizzazione del capitale umano, attraverso una più efficace
organizzazione del sistema di istruzione di base e superiore e della formazione
professionale, anche per il personale delle pubbliche amministrazioni, che si
estenda fino ad assicurare la formazione continua nell’intero ciclo di vita dei
cittadini, crei un habitat favorevole al diffondersi della cultura digitale,
stimoli e supporti l’attività di ricerca scientifica e, attraverso essa,
l’innovazione tecnologica nei processi produttivi;
·
nella creazione o il completamento di reti infrastrutturali per i
collegamenti interni, intraeuropei e internazionali,
con un particolare impegno nella realizzazione delle autostrade del mare;
·
in un’incisiva attuazione della “politica di coesione europea” volta a
ridurre le disparità economiche tra aree interne all’Unione, con particolare
attenzione al Mezzogiorno d’Italia;
·
in una più efficace incorporazione nei processi produttivi e
nell’attività di consumo della domanda di protezione ambientale.
I principali progetti inclusi nel
Piano riguardano:
·
il completamento del progetto Galileo per la creazione di una rete
satellitare europea;
·
la partecipazione alla realizzazione dei progetti europei Egnos e Sesame per la gestione
del traffico aereo;
·
la realizzazione di piattaforme informatiche per la tutela della
salute, lo sviluppo del turismo, l’infomobilità,
la gestione delle banche dati pubbliche e territoriali;
·
l’attuazione di 12 programmi strategici di ricerca nei settori della salute,
farmaceutico e bio-medicale, dei sistemi di
manifattura, della motoristica, della cantieristica navale e aeronautica, della
ceramica, delle telecomunicazioni, dell’agroalimentare,
dei trasporti e della logistica avanzata, dell’ ICT e componentistica
elettronica e della microgenerazione energetica;
·
la creazione di 12 laboratori di collaborazione pubblico-privata
per lo sviluppo della ricerca nel Mezzogiorno nei settori della diagnostica
medica, dell’energia solare, dei sistemi avanzati di produzione,
dell’e-business, delle bio-tecnologie, della genomica,
dei materiali per usi elettronici, della bioinformatica
applicata alla genomica, dei nuovi materiali per la
mobilità, dell'efficacia dei farmaci, dell’open source
del software, dell’analisi della crosta terrestre;
·
lo sviluppo di 24 distretti tecnologici, che estendono l’esperienza dei
distretti industriali italiani a settori ad alto contenuto tecnologico e
potenziale innovativo;
·
l’ampliamento e l’uso razionale delle infrastrutture nel settore
energetico e idrico;
·
settori di rilevanza strategica aventi ricadute tecnologiche nei processi
produttivi e nel benessere dei cittadini e in condizione di garantire una
migliore tutela ambientale, con particolare attenzione alle fonti energetiche
alternative.
Il PICO non è un Piano “chiuso” perché, oltre a
considerare ciò che già è stato fatto in attuazione della Strategia di Lisbona,
ha accolto solo provvedimenti e progetti di pronta attuazione, che incidono una
tantum sulla spesa pubblica e sono capaci di attrarre risorse private. Il PICO
resta aperto ad accogliere nuovi contributi provenienti delle capacità
progettuali del sistema economico e politico italiano ed europeo, anche perché
il meccanismo di nuovi finanziamenti pubblici è basato sul gettito derivante
dalla cessione di attività reali di proprietà dello
Stato, secondo una logica di gestione patrimoniale (asset
management), e trova attuazione nelle scelte che su queste disponiblità
verranno effettuate dal CIPE.
Le risorse finanziarie pubbliche messe al servizio del
Piano sono in parte già incorporate negli stanziamenti di cassa previsti in
bilancio fino al 2005 e in quelli di competenza previsti per il triennio
2006-2008, nonché nelle dotazioni aggiuntive per la
politica di coesione comunitaria e, per la parte aggiuntiva, da fondi
provenienti dalla cessione di attività reali dello Stato stimati nell’ordine
dell’1% del PIL per il triennio di Piano (equivalenti a 13 mld
di euro), di cui 3 mld nel 2006. Complessivamente,
nel triennio 2005-2008, il bilancio statale italiano mette a disposizione, per
il rilancio della Strategia di Lisbona, complessivi 46 miliardi di euro, nel rispetto degli accordi raggiunti in sede
europea, così suddivisi:
Obiettivo |
Fino al |
Per il |
Nuovi Fondi |
Totale |
Area libera scelta |
0,6 |
0,2 |
1,3 |
2,1 |
Ricerca & sviluppo |
4,3 |
0,9 |
4,1 |
9,3 |
Capitale umano |
1,0 |
0,2 |
0,4 |
1,6 |
Infrastrutture |
23,6 |
2,5 |
5,2 |
31,4 |
Ambiente |
0,4 |
-- |
1,7 |
2,1 |
Totale |
29,9 |
3,8 |
12,7 |
46,4 |
* Gli stanziamenti
sono in miliardi di euro
Risultati attesi
L’insieme dei provvedimenti e progetti faranno avvicinare
le spese in ricerca e sviluppo (R&S)
all’obiettivo del 3% del PIL suggerito dalla Commissione, anche se il PICO
avanza riserve sulla significatività di questo parametro in generale e in
particolare per una struttura economica come quella prevalente in Italia. Più significativa appare invece la stima effettuata sull’impatto
macroeconomico derivante dall’attuazione del Piano: l’innalzamento del reddito
potenziale attuale è valutato nell’ordine dell’1%, con effetti disinflazionistici strutturali stimati in 30 centesimi di
punto e un parallelo rafforzamento del potere di acquisto salariale. Si valuta
inoltre che esso induca un incremento dell’occupazione nell’ordine dei 200 mila
posti di lavoro, con una significativa concentrazione
tra i giovani.
Anche se non in misura quantificabile a priori, questi effetti aumenteranno
per le sinergie create dalla simultanea attuazione del rilancio della Strategia
di Lisbona negli altri 24 paesi dell’Unione e dell’azione che la Commissione
europea espliciterà nei contenuti dopo la presentazione dei Piani nazionali. Ne
consegue che gli effetti del rilancio della Strategia di Lisbona potranno
essere stimati correttamente una volta valutati congiuntamente
i contributi dati dalla Commissione di Bruxelles e dai paesi membri.
*** omissis ***
FINE TESTO PIANO ITALIANO
La versione completa del Piano è
disponibile sul sito del Ministero delle Politiche Comunitarie all’indirizzo
http://politichecomunitarie.it/Politiche_Comunitarie/UserFiles/Lisbona/PICO.pdf