|
La sfida cinese costituisce una grande opportunità di business
logistico per l'Italia a fronte delle enormi quantità di
merci dell'estremo oriente dirette attraverso Suez verso i paesi
neo-comunitari.
In effetti Ungheria, Cechia, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Repubbliche
ex Jugoslave, oggi costituiscono solo il 4% dell'importazione in
Europa di prodotti cinesi, ma molto presto, con i loro 100 milioni
di abitanti e tassi di crescita del PIL tripli rispetto all'Eurozona,
diverranno grandi consumatori del Made in China.
Quantificate le potenzialità di questo traffico, dobbiamo
sfruttare fino in fondo le sue ricadute positive sull'economia del
nostro Paese.
Dobbiamo dotarci delle infrastrutture minime indispensabili per
soddisfare la nuova domanda.
Dobbiamo far emergere le compagini imprenditoriali che si candideranno
a gestire questa sfida in un partenariato pubblico-privato.
Dobbiamo inventariare le nostre procedure (doganali, civilistiche,
amministrative, notarili) e svecchiarle coerentemente all'entità
della posta.
Dobbiamo infine individuare le fonti finanziarie necessarie per
supportare sia l'adeguamento infrastrutturale sia l'assetto delle
imprese.
Al Governo competono la politica internazionale dei protocolli che
promuovono il sistema-Italia, nonché la regía nazionale
di questo nuovo Patto della Logistica.
La geografia, l'economia e la storia hanno dato questo appuntamento
al nostro Paese: mancarlo sarebbe un errore imperdonabile per le
prospettive di sviluppo di questa e delle prossime generazioni.
|
|
Piero Ostellino
Corriere della Sera
Pietro Vavassori
Confetra
Emma Bonino
Ministro per il Commercio Internazionale
Anna Maria Artoni
Confindustria
Mario Ciaccia
Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo
Alessandro Bianchi
Ministro dei Trasporti
Conclusioni
Romano
Prodi
Presidente del Consiglio dei Ministri
L'ASSEMBLEA TERMINERÀ ALLE ORE 13,00
|