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Roma, 10 luglio 2007
Circolare n. 98/2007
Oggetto: Attività confederale – Strategia di Lisbona – Incontro annuale
con la Commissione UE.
Il 6 luglio si è
svolto presso il CNEL il consueto incontro annuale delle parti sociali con una
delegazione della Commissione Europea per fare il punto sullo stato di attuazione del Piano
Nazionale di Riforma adottato dall’Italia nel quadro della cosidetta Strategia
di Lisbona per il rilancio dell’economia e dell’occupazione.
La Confetra ha in
particolare sottolineato la necessità di una maggiore
consapevolezza di quanto pesi negativamente sulla capacità competitiva
dell’Italia la sua perifericità in Europa. Definire in sede europea strategie e
direttive comuni senza tener conto di tale situazione può
quindi risolversi in un boomerang per gli interessi italiani a tutto vantaggio
dei competitors europei.
f.to dr. Piero M. Luzzati |
Per riferimenti confronta circ.re
conf.le n.85/2006 |
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Allegato uno |
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M/t |
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MEMORIA CONFETRA SULLA STRATEGIA DI LISBONA E LA PERIFERICITÀ
DELL’ITALIA (CNEL, 6 LUGLIO 2007)
Nel dibattito in corso sul Piano Nazionale di Riforma
(PNR) adottato dall’Italia ai sensi della rinnovata Strategia di Lisbona,
sembra non esserci sufficiente consapevolezza di quanto pesi negativamente
sulla capacità competitiva del nostro sistema produttivo la perifericità
dell’Italia rispetto al baricentro economico dell’Europa.
A nessuno oggi sfugge come il fattore logistico sia divenuto uno degli elementi critici di competitività che
può determinare il successo o l’insuccesso di una filiera produttiva.
Ciononostante l’approccio a temi importantissimi come
quello dei Valichi Alpini, della Convenzione delle Alpi, del Corridoio n.5, del Gap Infrastrutturale,
della stessa Direttiva 15/2002 sull’Orario di Lavoro del Personale Viaggiante,
sembra sempre timidamente sottomesso alla tutela di interessi
diversi (ecologici o giuslavoristici in primis) che
sebbene fondamentali, dovrebbero essere comunque traguardati all’interno di
una politica di sviluppo del nostro sistema economico.
Nel 2002 il
Se non si tiene conto delle diversità delle situazioni di
partenza, definire in sede europea strategie e direttive
comuni può risolversi in un boomerang per gli interessi italiani a tutto
vantaggio dei nostri competitors europei.