Domenica, 7 Dicembre 2025

Newsletter da Bruxelles

Editoriale del mese
Un’agenda ambiziosa, un equilibrio difficile: cosa ci aspetta dal semestre danese.
Dal 1° luglio al 31 dicembre i lavori del Consiglio dell’UE saranno amministrati dalla Presidenza di turno danese. In uno scenario segnato da vincoli finanziari sempre più stringenti, da tensioni geopolitiche e dalla crescente pressione ambientale, la Danimarca eredita un’agenda densa, ma anche fragile, specialmente per i settori di nostro interesse.

Sul versante doganale, il pacchetto di riforma dell’Unione doganale entra finalmente nella fase negoziale tra Consiglio e Parlamento.
Il testo presenta elementi di novità significativi – dalla nascita dell’Agenzia doganale europea al Customs Data Hub, fino al nuovo status di “Trust & Check Trader” – ma solleva interrogativi seri sulla tenuta del sistema attuale, in particolare per quanto riguarda il futuro dello status AEO e il rischio di un aggravio amministrativo per gli operatori più strutturati e trasparenti.
Il ruolo della Presidenza, solitamente determinante nel mediare tra ambizione riformatrice e sostenibilità operativa, rischia di essere indebolito dal pieno sostegno della Danimarca al nuovo modello Trust & Check, rendendo più difficile far valere le istanze del settore, in particolare il riconoscimento del ruolo degli AEO e la necessità di una transizione graduale, che non penalizzi gli operatori regolari.

Nel settore dei trasporti, la transizione verde resta il filo conduttore.
La Presidenza danese intende rilanciare la direttiva “Pesi e dimensioni”, il regolamento sulla contabilizzazione delle emissioni e il Roadworthiness Package sulle revisioni tecniche. In parallelo, si annunciano discussioni sul Piano europeo per gli investimenti sostenibili nei trasporti. Sono tutte iniziative che, se non governate con pragmatismo e un approccio tecnologicamente neutro, rischiano di aumentare il divario tra Stati membri e di penalizzare i territori meno infrastrutturati. La sostenibilità non può essere perseguita a scapito della coesione, né affidata a strumenti normativi ideologici o disallineati rispetto alle condizioni operative reali.
Un altro fronte delicato sarà quello della mobilità transfrontaliera, dove la Presidenza punta a chiudere il dossier sulla capacità ferroviaria. Confetra ricorda che, anche su questo dossier, sarà essenziale salvaguardare la stabilità delle regole e la prevedibilità per gli operatori logistici, spesso trascurati in regolazioni pensate solo per il trasporto passeggeri.
La dimensione esterna non sarà da meno: la Danimarca porterà avanti i negoziati con Ucraina e Moldova e coordinerà la posizione europea all’Assemblea ICAO sull’aviazione civile, senza dimenticare l’avvio delle discussioni sulle strategie della Commissione sulla portualità e la dimensione industriale marittima, che ambiscono a coniugare competitività, sicurezza e decarbonizzazione.

Confetra seguirà con attenzione questo semestre, pronta a contribuire in tutte le sedi per difendere una visione di sistema fondata su efficienza, coerenza e integrazione europea, contro ogni deriva frammentaria o burocratica che metta a rischio la competitività della logistica italiana ed europea.

Proposte della Commissione europea

Proposta per il nuovo Bilancio Pluriennale dell’Unione europea: le indiscrezioni sulla proposta in arrivo sono preoccupanti

Il 16 luglio la Commissione europea presenterà la proposta per il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) post-2027. Le premesse sono preoccupanti: circa il 20% del prossimo bilancio settennale da quasi 1 miliardo di euro — che vale poco meno dell’1% del PIL europeo — sarà assorbito dal pagamento degli interessi sul debito contratto per finanziare il Next Generation EU.

La Commissione sta valutando nuove risorse proprie (digital tax, meccanismi ambientali, ecc.) per reperire almeno 20 miliardi destinati a coprire le nuove priorità, in particolare nel settore della difesa. Tuttavia, l’ammontare complessivo del bilancio non dovrebbe aumentare, con il rischio concreto di un effetto “coperta corta” a danno di politiche chiave per la logistica, le infrastrutture e la coesione.

A ciò si aggiunge un ulteriore elemento di allarme: l’ipotesi di accorpare i fondi per i trasporti e le infrastrutture in un “assegno unico” da attribuire agli Stati membri, da ripartire a livello nazionale secondo priorità interne.

Confetra, insieme a IRU, CLECAT, ERFA e alle principali associazioni europee del settore trasporti e logistica, ha già espresso ferma contrarietà a questa impostazione, che segnerebbe la fine del coordinamento europeo degli investimenti infrastrutturali.
Sarebbe un ritorno a una logica di nazionalizzazione dei fondi, che vanificherebbe l’approccio integrato alla rete TEN-T e renderebbe i progetti ancora più frammentati, incoerenti e vulnerabili a priorità politiche contingenti.

Il Connecting Europe Facility (CEF) rappresenta oggi l’unico strumento che garantisce visione europea, criteri di selezione omogenei e un’effettiva priorità agli investimenti di alto valore aggiunto per la rete continentale.
Svuotarlo o dissolverlo in una dotazione indistinta per gli Stati significherebbe indebolire la coesione territoriale, aumentare le disuguaglianze tra regioni centrali e periferiche, e compromettere le ambizioni industriali e climatiche dell’UE.

Sarà un dossier che Confetra seguirà in stretto coordinamento con le associazioni europee di nostro riferimento.

Negoziati interistituzionali

Capacità ferroviaria: complesso, a rilento i negoziati interistituzionali

Il negoziato procede lentamente e sarà gestito dalla Presidenza danese.
Nonostante i progressi iniziali, persistono divergenze significative tra Parlamento europeo e Consiglio. I principali nodi riguardano:

  • il sistema di allocazione della capacità infrastrutturale (flessibilità vs. centralizzazione)
  • la vincolatività delle linee guida strategiche elaborate da ENIM
  • il regime di penalità e compensazioni per i ritardi
  • la gestione della capacità transfrontaliera
  • l’opportunità di delegare poteri normativi alla Commissione.

 

Riforma doganale europea: il Consiglio verso il mandato negoziale, ma restano criticità edubbi su equilibrio e attuabilità

Il Consiglio UE ha adottato il 27 giugno un mandato parziale per l’avvio dei negoziati interistituzionali sulla riforma del Codice doganale, aprendo formalmente i triloghi con il Parlamento europeo. Si tratta di un passaggio atteso, che però lascia irrisolti alcuni nodi fondamentali per la logistica e i trasporti.

Tra le novità principali:

  • Creazione dell’Agenzia doganale europea (EU Customs Authority), con funzioni di coordinamento, gestione dei rischi e risposta alle crisi.
  • Istituzione dell’EU Customs Data Hub, un portale unico per la presentazione delle informazioni doganali, pensato per garantire tracciabilità e controlli più efficienti, anche in tempo reale.
  • Introduzione dello status di “Trust & Check Trader”, per imprese altamente trasparenti, che in alcuni casi potranno sdoganare le merci senza intervento attivo delle autorità.
  • Nuova handling fee per le piccole spedizioni da e-commerce, i cui dettagli restano da definire.

Tuttavia, il testo approvato dal Consiglio non scioglie numerose criticità sollevate anche da Confetra, a partire dalla sovrapposizione tra il nuovo regime Trust & Check e lo status AEO, oggi utilizzato da migliaia di PMI italiane.

Il Consiglio ha formalmente mantenuto l’AEO, ma in un quadro sempre più marginale e incerto, senza fornire garanzie sulla coesistenza dei due regimi, né sull’automaticità del passaggio tra essi. Preoccupano inoltre:

  • la mancanza di una base giuridica solida per la nuova handling fee, con il rischio di oneri sproporzionati e applicazioni disomogenee tra Stati;
  • la scarsa chiarezza sui compiti e sulla governance della futura Agenzia doganale, che rischia di generare conflitti di competenza con le autorità nazionali;
  • la possibilità concreta che l’EU Customs Data Hub, anziché semplificare, introduca nuovi obblighi informatici e duplicazioni, in particolare per gli operatori che non hanno accesso diretto a soluzioni digitali avanzate;
  • la debolezza della posizione italiana nel negoziato, con il non-paper di ADM che non ha prodotto effetti concreti né ha posto con forza il tema del ruolo degli agenti doganali e della tutela dell’AEO-CS.

Dal lato parlamentare, il relatore ha accolto con entusiasmo l’avvio dei triloghi, sottolineando l’urgenza della riforma per contrastare concorrenza sleale, evasione dei dazi e ingresso di merci pericolose. Ma l’enfasi su “accelerare prima della pausa estiva” lascia intendere un rischio di compressione del confronto tecnico e politico, con il pericolo di una riforma sbilanciata e di difficile applicazione pratica.
Confetra ribadisce la necessità di una riforma equilibrata, attuabile e non penalizzante per gli operatori regolari, che garantisca:

  • la valorizzazione piena dello status AEO;
  • regole chiare e stabili su Trust & Check;
  • un utilizzo realistico del data hub, senza costi aggiuntivi né complessità inutili;
  • un coinvolgimento effettivo delle categorie nella definizione delle nuove procedure.

Nel quadro attuale, la corsa al compromesso rischia di sacrificare proprio quegli obiettivi — efficienza, semplificazione, sicurezza — che la riforma afferma di voler perseguire.

Pesi e dimensioni: dossier critico, lettera ufficiale di Confetra al MIT.
La Presidenza di turno danese tornerà a discutere la proposta di revisione della direttiva 96/53/CE.
Confetra ha inviato una lettera al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere un chiaro posizionamento dell’Italia contro il raggiungimento di un accordo, evidenziando:

  • o l’inadeguatezza delle infrastrutture italiane rispetto ai nuovi standard proposti
  • il rischio di concorrenza distorsiva legato al riconoscimento automatico delle 44 tonnellate nei traffici transfrontalieri
  • l’incoerenza introdotta dalla possibilità di sospensioni unilaterali
  • l’obbligo di accettazione degli EMS
  • la mancanza di neutralità tecnologica
  • il potenziale impatto negativo sul trasporto ferroviario, come segnalato anche dalla Corte dei conti europea
  • il rischio di spiazzamento competitivo per il combinato ferroviario e la necessità di un approccio intermodale equilibrato.

 

Attività istituzionale di Confetra a Bruxelles

Dialogo sull’attuazione dell’ETS2 e del Fondo Sociale per il Clima (3 giugno)

All’inizio di giugno, Confetra ha partecipato – insieme a IRU – al Dialogo di Attuazione organizzato dalla Commissione europea sull’introduzione del secondo sistema di scambio delle emissioni (ETS2) e del Fondo Sociale per il Clima (SCF), con la presenza del commissario per l’Azione per il Clima.

Il confronto ha avuto l’obiettivo di tradurre i meccanismi ETS2 e SCF in strumenti efficaci, identificando ostacoli, opportunità e buone pratiche.
IRU ha posto l’accento sul contributo strategico del trasporto stradale commerciale alla transizione verde e ha sollecitato misure mirate a favore di PMI e microimprese, spesso escluse dall’accesso ai fondi. È stato inoltre denunciato il rischio che i proventi ETS2 vengano dirottati su altri settori, come già avvenuto in passato con l’Eurovignetta, chiedendo equità settoriale.

La Commissione ha confermato la volontà di destinare una quota significativa del Fondo alla decarbonizzazione del trasporto stradale e ha annunciato che solleciterà gli Stati membri a includere tale priorità nei piani nazionali attualmente in valutazione.

Dialogo sociale europeo sul trasporto stradale (25 giugno)
Confetra ha preso parte alla riunione del Dialogo Sociale sul trasporto stradale, organizzata con la Commissione europea, IRU ed ETF. Un’occasione per discutere in modo strutturato con istituzioni e parti sociali su alcuni dossier chiave:

  • revisione della direttiva “pesi e dimensioni” dei veicoli
  • nuovo quadro europeo per le patenti di guida
  • benessere dei conducenti, con attenzione alla sicurezza delle aree di sosta e a iniziative europee come quella promossa da ESPORG
  • Confetra ha ribadito l’urgenza di politiche integrate che tengano insieme competitività, sostenibilità e condizioni di lavoro, portando la voce delle imprese nel dialogo europeo.

Incontro con il Gabinetto del Vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto (30 giugno)
Confetra ha incontrato il Gabinetto del Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, per discutere della futura “Green Fleets Initiative”, proposta attesa per l’autunno che potrebbe introdurre quote obbligatorie di acquisto di veicoli elettrici per le flotte commerciali.
Durante l’incontro, Confetra ha espresso forte preoccupazione per un’impostazione normativa che, se confermata, rischierebbe di produrre effetti distorsivi sia a livello di concorrenza tra imprese sia in termini di cohesion gap tra territori europei.
L’introduzione di obblighi rigidi, senza un adeguato supporto infrastrutturale e finanziario, penalizzerebbe infatti le aree logisticamente periferiche, prive di colonnine e servizi adeguati, amplificando i divari tra regioni centrali e marginali dell’Unione.
Confetra ha quindi sollecitato un’azione coordinata tra politiche ambientali, industriali e di coesione, chiedendo che l’iniziativa venga ricalibrata per evitare effetti regressivi. Il Gabinetto Fitto ha mostrato apertura al tema, riconoscendo la necessità di garantire equità territoriale e coerenza con gli obiettivi della politica di coesione.